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ATTO SECONDO | 253 |
Riv. Signora, pensate, come deve fare una tenera madre, al giovine principe vostro figlio; mandatelo a prendere senza indugi perch’ei sia coronato; è in lui che riposa ogni vostra consolazione. Sepellite questo disperato dolore nella tomba del morto Eduardo, e ponete le vostre gioie sul trono dell’Eduardo viv. (entrano Glocester, Buckingham, Stanley, Hastings, Ratcliff ed altri)
Gloc. Sorella, consolatevi: noi abbiam tutti motivo di piangere la sventura comune dell’Inghilterra: la sua lucida stella più non risplende! Ma alcuno non può riparare la nostra perdita con vane lagrime. Signora..... madre mia..... vi chieggo perdono, veduta non vi avea: umilmente inginocchiato vi domando la vostra benedizione.
Duch. Iddio ti benedica, e renda mite il tuo cuore, con sentimenti di amore, di carità, di obbedienza e di ogni altra virtù.
Gloc. Così sia; e mi faccia morir buono! (a parte) Questa doveva essere la conchiusione dei voti di una madre. Stupisco ch’ella l’abbia obbliata.
Buck. O voi principi e Pari, immersi nel dolore, che dividete il peso dell’angoscia comune, cercate ora la vostra consolazione nell’unione di un’amicizia schietta. Noi perdiamo, è vero, col re una messe di beni: ma ci rimane la speranza di quelli che ne promette il figliuol suo. È ora che bisogna terminare per sempre gli odii che dai vostri cuori traboccavano, e che necessario è di strìngere con ogni cura i nodi della fratellanza che abbiam da breve formata e giurata fra di noi. Credo che sarebbe bene di mandar a cercare ora il giovine principe a Ludlow per condurlo a Londra, con qualche piccolo seguito, ond’essere incoronato.
Riv. E perchè con piccolo seguito, milord di Buckingham?
Buck. In verità, milord, per tema che se fosse numeroso, le piaghe, da breve saldate, delle nostre discordie, di nuovo non si aprissero: cosa tanto più pericolosa, quanto che il regno è scomposto e senza governo. Il cavallo privo di guide si impossessa del freno, e dirige il suo corso a grado suo: e in questa circostanza si deve, a parer mio, prevenire con tanta cura il timore e l’ombra del male, quanto il male stesso.
Gloc. Io spero che re ne abbia tutti riconciliati, e dal lato mio tal pace è solida e sincera.
Riv. Per me pure lo è, e credo che lo sia per tutti. Ma poichè il vincolo della nostra amistà è intrecciato da poco, bene