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ATTO SECONDO | 249 |
Elis. Questo giorno sarà tenuto per l’avvenire come un giorno di festa. Piacesse a Dio che tutte le nostre contese fossero terminate per sempre! — Mio sovrano signore, supplico Vostra Altezza di prendere in grazia il nostro fratello Clarenza.
Gloc. Che! signora? Avrò io offerta pace ed amistà a tutti per vedermi così beffato alla real presenza? Chi non sa che quell’amabile duca è morto? (tutti rabbrividiscono) Ingiuria gli fate schernendo il suo cadavere.
Ed. Chi non sa che egli è morto? Chi lo sa? chiederei invece.
Elis. Onniveggente Cielo, qual mondo è questo!
Buck. Lord Dorset, son io divenuto così pallido come voi tutti?
Dor. Sì, mio buon lord, nè v’ha qui alcuno, le di cui guancie perduto non abbiano ogni colore.
Ed. Clarenza è morto? L’ordine fu rivocato.
Gloc. Ma era già eseguito, onde l’infelice morì. Coll’ali volò il primo, e un neghittoso messo recò il secondo, che giunse appena in tempo per vederlo sepellire. Dio voglia che qualcuno che procede colla testa alta, scevro di sospetti, ben meno nobile e men fedele di Clarenza, meno prossimo al re per sangue, ma di cuore più sanguinario, non meriti morte più funesta di quella che ha subito quel duca sventurato.
(entra Stanly)
Stan. Una grazia, mio sovrano, per tutti i servigii che vi ho resi!
Ed. Te ne prego, taci; la mia anima è piena di cordoglio.
Stan. Non mi alzerò, a meno che Vostra Altezza non mi ascolti.
Ed. Parla dunque tosto. Che cosa richiedi?
Stan. La grazia sovrana per uno de’ miei vassalli che ha ucciso oggi un gentiluomo rotto ad ogni licenza, e da poco unito al duca di Norfolk.
Ed. La mia lingua avrà profferita la condanna di morte di mio fratello, e pronunzierà ora il perdono di un servo? Mio fratello non aveva ucciso alcuno: il suo delitto non fu che un pensiero: e nondimeno per un sospetto ha incontrata la morte. Chi di voi intercedeva per lui? Chi nel mio furore sì è gettato a’ miei piedi, e mi ha scongiurato di calmare la mia collera? Chi mi ha posto innanzi i vincoli di sangue e di tenerezza che ci univano? Chi mi ha rammentato come l’infelice avesse abbandonato il potente Warwick, e avesse combattuto per me? Chi mi ha posto in mente che nelle pianure di Tewksbury, allorchè Oxford mi