Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
ATTO PRIMO | 247 |
ATTO SECONDO
SCENA I
Una stanza nel Palazzo.
Entrano il re Eduardo malato, la regina Elisabetta, Dorset, Rivers, Hastings, Buckingham, Grey ed altri.
Ed. Son pago; per oggi ho una bella occupazione. — Voi, nobili Pari, rafforzate l’unione che ho stretta. Ora aspetto di giorno in giorno un messaggio del mio Redentore per allontanarmi da questo mondo, che la mia anima lascierà serenamente, poichè ho ristabilita la pace fra i miei amici. Rivers, e voi Hastings, prendetevi per mano. Non conservate più odii palliati e giuratevi un’amicizia eterna.
Riv. Il Cielo mi è testimonio che ogni sentimento d’odio e di invidia è bandito dalla mia anima; e la mia mano suggellerà l’amicizia del mio cuore sincero.
Hast. Così io pure giuro, e desidero che la mia felicità dipenda dalla fede con cui terrò il mio giuramento.
Ed. Badate di non schernire il vostro re; temete che quegli che è il supremo dei re non confonda la vostra simulazione occulta, e non vi condanni a perire per mano l’uno dell’altro.
Hast. Possa io non prosperare che in quanto la mia riconciliazione è sincera.
Riv. Ed io del pari, come vero è che amo Hastings dal fondo del cuore.
Ed. Signora, voi pure non siete straniera a questa pace... nè il vostro figlio Dorset... nè Buckingham. Tramato avete tutti l’uno contro l’altro. Sposa, amate lord Hastings, dategli la vostra mano da baciare, e nella riunion vostra non siate mendace.
Elis. Ecco la mia mano, Hastings. Non mai mi sovverrò degli antichi odii nostri, lo giuro per la mia felicità, e per quella dei miei.
Ed. Dorset, abbracciatela; Hastings, siate l’amico del marchese Dorset.
Dor. Io per me dichiaro che questo ricambio d’amore sarà per me inviolabile.
Hast. E così giuro anch’io.
(abbraccia Dor.)