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246 VITA E MORTE DEL RE RICCARDO III

e stringendomi fra le sue braccia mi giurava, in mezzo ai singulti, che si sarebbe adoperato per la mia liberazione.

Sgh. E così fa, liberandovi da questa terra per mandarvi a godere le gioie del Cielo.

Sgh. Fate pace con Dio, perocchè dovete morire, milord.

Clar. Tu hai senso di pietà per consigliarmi a far pace con Dio, e nondimeno sei così cieco sugli interessi della tua anima, dà porti in guerra con lui, assassinandomi? Ah! amici, pensate che quegli che vi mandò a compiere questo misfatto vi aborrirà per averlo commesso.

Sgh. Che dobbiamo fare?

Clar. Pentirvi e salvare le vostre anime.

Sgh. Pentirci sarebbe da codardi e da femmine.

Clar. Non pentirsi è bestiale, selvaggio, diabolico! Chi di voi, se fosse figlio d’un re privo di libertà com’io se vedesse due masnadieri come voi siete, venirne a lui per ucciderlo, non supplicherebbe per la sua vita?... Amico, io intravedo qualche pietà ne’ tuoi sguardi. Ah! se il tuo occhio non è adulatore, poniti al mio fianco, e supplica per me, come supplicheresti se fossi nella mia trista condizione. Qual mendico non compatirà alle preghiere di un principe?

Sgh. Esaminate la vostra coscienza, milord.

Sgh. Prendi questo colpo e quest’altro ancora. (trafiggendolo) Se ciò non basta, io ti annegherò in un tino di malvagia, che è qui poco distante. (esce trascinando il cadavere)

Sgh. Sanguinosa opera disperatamente commessa! Come volentieri, a simiglianza di Pilato, vorrei lavarmi le mani da questo atroce e colpevole omicidio. (rientra il primo Sgh.)

Sgh. Ebbene? Che vuol dire che non mi aiuti? Pel Cielo, il duca saprà come sei stato lento.

Sgh. Vorrei ch’ei potesse sapere che ho salvato suo fratello! Va a ricever la tua mercede, e digli quel ch’io ti dico: io mi pento amaramente che il duca sia stato ucciso. (esce)

Sgh. Questo io non faccio; va, codardo. — Io nasconderò quel cadavere in qualche luogo, fino che il duca dia gli ordini per la sua sepoltura. Avuta la mercede, di qui partirò, perocchè questo fatto spargerà rumore, e sarebbe imprudente che io mi soffermassi. (esce)