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242 VITA E MORTE DEL RE RICCARDO III

spergiuro Clarenza che m’ha pugnalato nei campi di Tewsbury; afferratelo, furie, trascinatelo ai vostri martori! A queste parole mi son veduto circondato da una legione di spettri orrìbili, che mandavano alle mie orecchie grida sì spaventose, che a quel remore mi destai tutto tremante, e lungo tempo ancor dopo non sapevo convincermi che non fossi all’inferno, così terribile era rimpressìone lasciatami da quel sogno.

Brak. Niuno stupore, milord, ch’esso v’abbia atterrito! Atterrito io ne son rimasto al solo racconto.

Clar. Oh Brakenbury! io ho commesso opere che mi pesano sull’anima, per amore di Eduardo; e vedi com’egli me ne ricompensai Mio Dio! se le mie profonde preghiere non possono placarti, e vendetta vuoi de’ miei misfatti, sfoga la tua collera sopra di me solo, e risparmia la mia innocente moglie e i miei poveri figli! Pregoti, gentil custode, stammi vicino: la mia anima è oppressa, e volentieri m’addormirei.

Brak. Così farò, milord; Dio conceda a Vostra Grazia un buon riposo! (Clarenza s’addormenta sopra una sedia) Il dolore scombuia la mente e le ore del riposo. Esso fa della notte giorno e del giorno notte. La gloria dei principi si restringe a vani titoli a pompe esteriori, con gravi crucci intemi; e spesso per strane fantasie provano una moltitudine di dolori veri e di pene cocenti; fra i loro titoli pomposi e un nome oscuro non è altra differenza che il vano rombo della fama. (entrano i due Sgherri)Sgh. Olà! Chi è là?

Brak. Che vuoi? come venisti fin qui?

Sgh. Vorrei parlare con Clarenza, e venni qui coi piedi.

Brak. Che! così breve?

Sgh. Oh signore! meglio esser breve che fastidioso. Mostragli il nostro mandato, e non rispondergli più. (un foglio è consegnato a Brak, che lo legge) Brak. Ho ordine di rimettere il nobile duca fra le vostre mani. Non discuterò tal comando, perchè voglio conservarmi innocente. Eccovi le chiavi; quello che là siede è il duca addormentato: io andrò dal re per significargli in qual modo ho rassegnato a voi il mio ufficio.

Sgh. Fatelo, signore; è un atto di prudenza; addio.

(esce Brak.)

Sgh. Ebbene, lo uccideremo addormentato!

Sgh. No; ei direbbe, svegliandosi, che l’abbiamo ucciso da vili.