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238 VITA E MORTE DEL RE RICCARDO III


Gloc. Margherìta.

Mar. Riccardo!

Gloc. Ah?

Mar. Io non ti chiamo.

Gloc. Allora voglimi escusare; perch’io pensai che volessi addirizzare a me tutti quei nomi odiosi.

Mar. Sì, così volli; ma non attendevo risposta. Oh! lasciami finire la mia imprecazione.

Gloc. Finita l’ho, pronunziando il nome di Margherita.

Elis. Così tutte le vostre maledizioni ricadono su di voi.

Mar. Misera regina, vano simulacro delle mie grandezze! perchè blandisci tu quest’odioso ragno la di cui tela avvelenata ti avvolge da tutte le parti? Stolta, stolta! tu arroti il pugnale che deve sgozzarti! Giorno verrà che vorrai implorare il mia soccorso per maledire con maggior efficacia questo infausto rospo.

Hast. Profetessa menzognera, poni un termine alle tue pazze parole, per tema di ridurre agli estremi la nostra pazienza.

Mar. Obbrobrio su di voi tutti! stancata voi avete la mia.

Riv. Se vi fosse resa giustizia, apprendereste il vostro dovere.

Mar. Per rendermi giustizia, conviene rendermi i vostri omaggi; insegnarmi ad esser vostra regina, e insegnare a voi di essermi sudditi. Ora fatemi giustizia, e imparate ad obbedirmi.

Dor. Non contendete con lei, ch’ella è demente.

Mar. Taci, folle marchese: la tua nobiltà di cui si fresco è il diploma è moneta sconosciuta che appena comincia ad essere in corso. Oh! se la tua vergine nobiltà potesse comprendere cosa sia perdere il proprio grado e cadere nella miseria 1 Coloro che stanno sulle cime non precipitano che per scosse violenti; ma se precipitano vanno in brani.

Gloc. Il consiglio è buono; apprendetelo, apprendetelo, marchese.

Dor. Esso concerne voi, milord, al pari di me.

Gloc. Sì, e molto più; ma io fui generato sì alto che il nostro nido posto sulla cima del cedro sfida i venti e disprezza il sole.

Mar. E offusca il sole pur anco: oimè! oimè! testimonio ne è il figlio mio che ora giace fra le tenebre della morte: il figlio mio il cui splendore invidiasti, e che estinguesti in una eterna notte. La vostra casa eresse il suo nido nel seno della nostra! Oh Dio! che lo vedesti, non tollerarlo; alla tua elevazione giungesti spargendo sangue, possa tu precipitarne fra altri flotti di sangue.