Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
ATTO PRIMO | 229 |
Gloc. Fui incitato dalla sua lingua calunniatrìce, che versava i delitti dei miei fratelli sulla mia anima innocente.
An. Fosti incitato dalla tua mente perversa, che mai non si intrattenne che di stragi: non uccidesti tu questo re?
Gloc. Ciò feci.
An. Ciò facesti, mostro? dunque Dio ancora faccia che tu vada dannato per tale azione! Oh! egli era benigno, mite e virtuoso.
Gloc. Più idoneo quindi a raggiungere il re del Cielo, che ora lo possiede.
An. Egli è in Cielo, dove tu non andrai.
Gloc. Ch’ei mi sappia grado di averlo colà spedito; era formato meglio per quel soggiorno che per la terra.
An. E a te è sconveniente ogni soggiorno, tranne l’inferno.
Gloc. Avrei un altro luogo, se voleste ascoltarmi.
An. Qualche carcere forse?
Gloc. La stanza in cui vi coricate.
An. I mali tutti della terra abitino nel luogo in cui tu riposi!
Gloc. Così appunto accade, signora, fino a che io non mi giaccia con voi.
An. Questo spero bene.
Gloc. Io ne sono certo. — Ma, gentil Anna, terminiamo questa battaglia di motti ed epigrammi, e veniamo ad un colloquio più grave. — Non è così biasimevole la cagione della intempestiva morte dei due Plantageneti, Enrico ed Eduardo, come biasimevole fu lo strumento che l’attuava?
An. Tu fosti e l’autore e lo strumento della morte loro.
Gloc. La vostra bellezza fu la cagione di quel fatto; la vostra bellezza ch’io veggo in sogno, e che mi farebbe intraprendere l’omicidio di quante persone vivono, se a tal prezzo potessi ottenere il vostro amore.
An. Se ciò credessi, carnefice, ti direi che vorrei squarciarmi colle unghie questo mio volto.
Gloc. Questi occhi non potrebbero sopportare simil guasto; voi non vi danneggiereste, finch’io vi stessi vicino. Come il mondo è ravvivato dal sole, così io lo sono dai vostri occhi, che mi rischiarano e mi dan forza!
An. La nera notte offuschi il tuo giorno, e la morte intenebri la tua vita!
Gloc. Non imprecare a te medesima, vaga creatura; tu sei entrambe queste cose.
An. Così lo fossi, ond’esser vendicata di te.
Gloc. È fuor di natura voler vendetta d’un uomo che ti ama.