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VITA E MORTE

del


RE RICCARDO III





ATTO PRIMO




SCENA I.

Londra — Una strada.

Entra Glocester.

Gloc. Alfine il sole di York ha dissipato l'inverno delle nostre sventure, e ricondotta la stagione dei bei giorni della gloria: tutte le nubi che oscuravano la nostra casa stanno sepolte nel seno profondo dell’oceano. Ora le nostre fronti son cinte con ghirlande vittoriose; le nostre armi mutilate sospese in trofe, monumento delle opere nostre. I tristi sgomentati han dato luogo alla dolce fiducia, il romore delle nostre marcie si è mutato in cantici di piacere e di allegrezza. La guerra dal volto spaventoso ha addolcite le rughe della sua fronte minaccevole, e invece di procedere sui corridori per atterrire i nostri nemici, ella danza con piè leggiero ai suoni lascivi di un flauto. Ma io... che formato non sono per tai ludi, nè fatto per blandire un occhio amoroso; io che fui creato sì deforme, e che manco delle grazie dell'amore, non potrò gustare i diletti che procaccia una bella; io che dalla perfida natura fui privato d’ogni simmetria, e a cui essa malignamente ricusò un volto umano, oggetto d’orrore, mostro venuto al mondo prima del mio tempo, composto in guisa che i cani pure mi latrano dietro, allorchè mi fermo accanto a loro; io in queste lotte effeminate della pace non ho alcuna parte da com-