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212 IL RE ENRICO VI


ganti siano inghiottiti dall’onde, pur vive il nostro piloto, e vile sarebbe ch’ei lasciasse il timone, e come in pauroso fanciullo con trepide lagrime accrescesse le acque del mare. Intanto che ei piangesse, romperebbe sopra gli scogli il vascello, che con solerzia e coraggio sarebbe stato salvato..... Oh qual onta! Oh qual fallo sarebbe questo! Dite che Warwick era la nostra àncora; che perciò? Dite che Montague era il nostro grand’albero; ebbene? I nostri uccisi amici le funi; questo che vale? Non è Oxford un’altra ancora? Non è Sommerset un altro buon albero? Non sono i nostri amici di Francia altre funi ed altri remi? E sebbene inesperti, perchè il mìo figlio ed io assumerci non potremo il carico di piloti? Voi non ci vedrete seduti al timone per piangere, ma per seguire il nostro corso anche in onta dei venti, schivando le roccie e gli scogli che ci minacciano di naufragio. Tanto vale lo sgridare le onde quanto il parlar loro con dolcezza; e che è Eduardo fuorchè un mare spietato? Che cosa Clarenza, se non uno scoglio nascosto? Che Riccardo, tranne una funesta roccia? Tutti costoro son nemici della nostra povera barca. Dite che voì potete navigare, oimè! non fosse che per pochi istanti. Camminate sulla sabbia; non vi lasciate sopraffar dalla corrente. Aggrappatevi agli scogli o il flutto vi trasporterà: se qui restate, perirete di fame, che è un’orrenda morte. Questo io vi dico, signori, per farvi intendere che, se qualcuno di voi pensasse a fuggire, ei potrebbe tanto sperare grazia dai suoi fratelli, quanto dall’onde spietate, dalle sabbie e dai macigni. Coraggio adunque, chè debolezza fanciullesca sarebbe il lamentare o il temere quel rischio che non può essere evitato.

Princ. Parmi che una donna piena di sì bollenti spiriti dovesse infondere ardire anche nell’uomo più codardo, e fargli affrontar nudo le armi d’ogni avversario più prode. Io non dico questo per dubbio d’alcuno, perchè son certo che se fra noi fosse stato un timoroso ei sarebbe diggià partito per tema di non infettare qualcun altro e farlo simile a sè. Se un tale vi fosse, che Iddio nol voglia! vada egli, prima che mestieri abbiamo del suo aiuto.

Ox. Quando le donne e gli adolescenti han tanto coraggio, i soldati dovrebbero esser trepidi? sarebbe un obbrobrio eterno! Oh valoroso giovine, il tuo grand’avolo risplende in te: possa tu vivere lungo tempo per conservarci la sua imagine e rinnovare le sue glorie!

Som. Chi non vuol combattere per tale speranza ritorni a casa, e, come il gufo di giorno, s’egli esce sia schernito e divenga oggetto di ludibrio.