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ATTO QUARTO 207


ATTO QUINTO


SCENA I

Coventry.

Entrano sulle mura Worwick, il Prefetto di Coventry due Messaggieri ed altri.

War. Dov’è il Messaggìere spedito dal prode Oxford? A qual distanza è il tuo signore, amico?

Mess. Egli è a Duasmore e viene a questa volta.

War. E quant’è lontano il nostro fratello Montague? Dov'è il Messo che ci spediva?

Mess. Egli è a Daintry con esercito poderoso. (entra sir Giovanni Somerville)

War. Ebbene Somerville, che dice il mio amato figlio? E a quale distanza si può credere Clarenza?

Som. Io lo lasciai a Sontham colle sue schiere, e fra due ore l’aspetto qui. (si ode un tamburo)

War. Clarenza è vicino, odo il suo tamburo.

Som. Non è il suo, milord: Southam è da quest’altra parte; il tamburo che Vostro Onore intende procede da Warwick.

War. Chi sarà dunque? Qualche inaspettato amico.

Som. Essi ne son presso, e in breve lo saprete.

(tuono di tamburo; entrano il re Eduardo, Glocester e l’esercito marciante)

Ed. Va, trombetto, alle mura, e chiama a parlamento.

Gloc. Mira come il feroce Warwick campeggia su quegli spaldi.

War. Oh inaspettata vista! È quello il licenzioso Eduardo. Dormirono le nostre scolte o furono sedotte, perchè mai non avessimo novelle di lui?

Ed. Ora, Warwick, aprirai tu queste porte, e parlando umilmente piegherai a noi il ginocchio? Chiama Eduardo... re, chiedigli perdono, ed egli obblierà tutti i tuoi oltraggi.

War. No, piuttosto ritira tu di qui le tue forze, riconosci chi ti innalzò e chi ti gettò a terra: chiama Warwick... protettore, mostrati pentito, e continuerai nel tuo grado di duca di York.