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200 IL RE ENRICO VI


SCENA V.

Un parco vicino al castello di Middleham nella provincia di York.

Entrano Glocester, Hastings, sir Guglielmo Stanley ed altri.

Gloc. Ora, milord Hastings e sir Guglielmo Stanley, cessate dal meravigliarvi s’io v’ho condotti qui in questa parte più ombrosa del parco. Voi sapete che il nostro re, mio fratello, è prigioniero del vescovo che dimora a breve distanza, dal quale ottiene ogni miglior ufficio e pochissima guardia; talchè spesso seguito da poche persone ei viene cacciando per diporto in questi luoghi. Io l’ho avvertito con mezzo segreto che, se a questa ora ei qui veniva sotto pretesto del solito sollazzo, qui avrebbe trovati amici e cavalli valevoli a riscattarlo dalla prigionia.

(entra il re Eduardo e un cacciatore)

Cacc. Per questa parte, signore; di qui troveremo più selvaggina.

Ed. No, vieni di qui; vedi, dove stanno i cacciatori!... Fratello Glocester, Hastings, signori, stavate voi là celati per rapire il più bel cervo del vescovo?

Gloc. Fratello, non v’è tempo da perdere: il vostro cavallo è ammanito all’angolo del parco.

Ed. Ma dove andremo?

Hast. A Lynn, milord, e là c’imbarcheremo per le Fiandre.

Gloc. Ben pensato, credetelo; tale era anche il mio intento.

Ed. Stanley, io ricompenserò la tua fede.

Gloc. Ma perchè indugiate? Non voglionsi frapporre altre di more.

Ed. Cacciatore, che dici? Vuoi venire con noi?

Cacc. Sarà meglio ciò che il restare per essere appeso.

Gloc. Vieni dunque, andiamo; non gettiam più un minuto.

Ed. Vescovo, addio; riparati contro lo sdegno di Warwick;, e prega perch’io possa ritornare in possesso della corona.

(escono)


SCENA VI.

Una stanza nella Torre.

Entrano il re Enrico, Clarenza, Warwick, Sommerset, il giovine Richmond, Oxford, Montague, il Luogotenente della Torre e seguito.


Enr. Luogotenente, ora che Dio e i miei amici han fatto di scendere dal trono Eduardo, e ripostomi in libertà, volgendo