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184 IL RE ENRICO VI


Ed. Le sono parole, mia cara; io m’intendevo di farvi mia sposa.

Lady. Doloroso sarebbe a Vostra Grazia l’adire i miei figli chiamarvi padre.

Ed. Non più che se le mie figlie madre ti chiamassero. Tu sei vedova e hai figliuoli; e, per la madre di Dio! io pure, quantunque scapolo, ne ho. Felice cosa è l’esser padre di molti figli. Non mi risponder altro, perchè tu sarai mia regina.

Gloc. (a parte) Il santo padre ha ora terminato la sua confessione.

Clar. (a parte) Ei non s’è ftto confessore che per sedurre la sua penitente.

Lady. Fratelli, voi vi intrattenete senza dubbio di questo nostro colloquio.

Gloc. Che questa signora pare non ami, perocchè è mesta.

Ed. Voi riputereste cosa strana certamente ch'io la maritasse.

Clar. Con chi, milord?

Ed. Con me stesso, Clarenza.

Gloc. Dieci giorni almeno ci vorrebbero per isperdere la sorpresa che produrrebbe tal fatto.

Clar. Meraviglioso sarebbe in verità.

Gloc. E inesplicabile quasi.

Ed. Celiate a vostro senno, fratelli; io posso dirvi ad entrambi che la sua inchiesta le fu pienamente accordata.

(entra un nobile)

Nob. Grazioso signore, il vostro Enrico è preso; e vien condotto prigioniero alle porte del vostro palazzo.

Ed. Sia trasportato alla Torre. Andiamo a interrogare, fratelli, l’uomo che l’arrestò. — Amabile vedova, seguiteci; signori, adoprate con essa onorevolmente.

(esce con lady Grey, Clarenza e il nobile

Gloc. Sì, Eduardo adoprerà onorevolmente colle dame. — Oh! così logorasse egli nelle voluttà tutte le sue forze, tutta la sua sustanza, onde non mai generasse un rampollo rigoglioso che mi attraversasse la via, e m’impedisse digiungere alla gloriosa meta a cui agogno. Nullameno, quand’anche! titoli del lascivo Eduardo andassero perduti, rimane fra i miei desiderii e me Clarenza, Enrico, il suo giovine figlio Eduardo, e tutta la schiatta sconosciuta che può escire ancora da loro, per succedersi in trono prima ch’io vi giunga; sinistro avvenire pei disegni che ho nell’anima! Io non fo ancora che un vano sogno sulla sovranità; come noma che posto sulla cima d’un promontorio spinge i suoi sguardi so-