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10 | IL RE ENRICO VI |
avviluppato ed investito da ventitrè mila Francesi: nè tempo ha avuto per ordinare le sue schiere. Egli mancava di picche pei fanti, che dovettero avvalersi dei pali confitti nelle siepi per impedire alla cavalleria di sbaragliarli. Il combattimento è durato più di tre ore; e il prode Talbot, superando tutto ciò che il pensiero può immaginare, compiè prodigi di valore colla sua spada, uccidendo centinaia di nemici, nè trovando più alcuno che gli volesse stare dinanzi. Dappertutto ei si mostrava pieno di rabbia e di furore: i Francesi gridavano che era Lucifero armato. Ognuno rimaneva immobile di meraviglia con gli occhi affissati in lui. I suoi militi infiammati dal suo coraggio indomabile, e gridando Talbot! Talbot! s’avventavano dove più ferveva la mischia. Fin da quel punto la vittoria sarebbe stata decisa, se sir Giovanni Fastolfe non avesse riempita la parte del vile. Egli era alla vanguardia, collocato nelle ultime linee, con ordine di seguirle e di sostenerle. Il codardo è fuggito senza vibrare un colpo. Questa fu la cagione della disfatta generale, e della strage che le tenne dietro. Avviluppati dai nemici, circondati senza scampo, un vil Vallone, per piaggiare al Delfino, ha ferito Talbot colla sua lancia nel dorso, Talbot, che tutta la Francia, co’ suoi eserciti radunati, non avea ardito di mirare in faccia!
Bed. Talbot è egli ucciso? Mi ucciderò allora anch’io per punirmi di vivere qui oziando fra il lusso e la mollezza intanto che sì gran duce, privo di soccorso, è tradito e abbandonato al suo turpe nemico.
3° Mess. Talbot vive: ma è prigionero, e tali pur sono lord Scales e lord Hungreford. La maggior parte degli altri nobili rimasero trucidati, o presi egualmente.
Bed. Non v’è riscatto ch’io non sia pronto a pagare per lui. Precipiterò dal suo trono il superbo Delfino, e la sua corona mi varrà la libertà del mio amico: cambierò quattro dei loro nobili contro uno dei nostri lórdi. — Addio, corro a riempier gli obblighi miei. Andrò senza indugi ad accender fuochi di gioia in Francia per celebrare la festa del nostro magnanimo san Giorgio. Prenderò con me dieci mila soldati, le di cui opere cruente atterriranno l’Europa.
3° Mess. Avrete bisogno di tale esercito: avvegnachè Orléans è assediato: le schiere inglesi sono indebolite anche troppo: il conte di Salisbury chiede con ansia rinforzi; ed è a stento che impedisce ai suoi soldati di ammotinarsi, dappoichè si veggono in così piccolo numero dinanzi a tanti nemici.
Ex. Signori, rammentate i giuramenti che faceste ad Enrico