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168 | IL RE ENRICO VI |
verso di voi il suo ciglio sdegnoso. Egli che non era che duca voleva far di suo figlio un re; e da padre affettuoso ardeva d’ingrandire lo stato della sua prole; voi che re siete, e a cui il Cielo ha fatto dono di un figlio raro, voi avete consentito a diseredarlo, atto che vi fece reputare un padre senza cuore. Le creature prive di ragione alimentano i loro figli; e in onta del terrore che loro imprime l’aspetto dell’uomo, chi non ha veduto i più timidi uccelli, per proteggere i loro piccioli, combattere il nemico che assaliva il loro nido, con quelle ali stesse che non adoprano che per fuggire, dando la propria vita per salvare quella dei figli? Prendete da essi l’esempio, e il sentimento della vergogna vi renda a quelli della natura. Non sarebbe dìsdicevole che il vostro degno figlio perdesse i diritti della sua nascita per colpa di suo padre; e potesse dire per l’avvenire ai figli suoi: quello che il mio bisavolo e il mio avolo avevano acquistato il mio timido e insensibile padre follemente cedè? Ah di quale obbrobrio voi coprireste la vostra memoria! Volgete gli occhi sul vostro giovine erede, e il di lui volto marziale, di cui tutti i lineamenti presagiscono liete fortune, induri la vostra anima troppo tenera, e vi determini a ritenere per voi un bene che è vostro, e a trasmettere a lui quel che gli spetta.
Enr. Clifford ha parlato da oratore eloquente, e gli argomenti suoi sono pieni di forza. Ma, Clifford, non hai tu mai udito dire che un bene male ottenuto a mal riesce; e che infelice è sempre il figlio il di cui padre è andato in inferno tesaurizzando? Io lascierò per eredità al figlio mio le mie buone opere, e vorrei, oimè! che mio padre null’altro m’avesse lasciato: perocchè il possesso di tutti gli altri beni è posto a prezzo sì alto, che costa pene mille volte maggiori per conservarlo di quel che dia diletto. — Ah cugino York! Vorrei che i tuoi amici sapessero quanto straziato è il mio cuore vedendo là la tua testa insanguinata.
Mar. Sposo, rianimate i vostri spiriti! I nemici ne son vicini, e questa mollezza scoraggisce i vostri difensori. — Voi prometteste un ordine di cavaliere a vostro figlio: sguainate la spada, attenete la promessa. Eduardo, inginocchiati.
Enr. Eduardo Lancastro, sorgi cavaliere, e apprendi questa lezione: non snudare mai il ferro fuorchè per la giustizia.
Prin. Mio grazioso padre, col vostro real beneplacito io lo snuderò quale erede della corona, e non lo abbandonerò che per morte.
Cliff. Parole degne di un principe. (entra un Messaggiere)
Mess. Re, e duci, tenetevi pronti; perchè con trentamila uo-