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ATTO SECONDO 165


Ricc. Gran Warwick, se dovessimo narrarvi le nostre infauste nuove, e ricevere ad ogni parola un colpo di pugnale in petto fino alla fine del racconto, soffriremmo meno per tali ferite che per quello che avessimo a dire. Oh! prode lord, il duca di York fu ucciso.

Ed. Warwick! Warwick! quel Plantageneto, che ti amava tanto, che ti diligeva come la salute della sua anima, fu posto a morte dal feroce Clifford.

War. Son già dieci giorni dacch’io mi stempero in pianto per questa dolorosa novella, ed oggi, per mettere il colmo alle vostre disavventure, vengo ad istruirvi degli avvenimenti che l’han seguita. Dopo il sanguinoso combattimento di Wakefield, in cui il vostro illustre padre rese il suo ultimo sospiro, mi fu arrecata con tutta la celerità del più agile corsiero la notizia della vostra perdita e della sua morte. Io era allora a Londra, col re in custodia, e ho raccolti i miei soldati, radunati i miei amici, e veggendomi in forze per ciò che io credevo, son marciato verso Sant’Albano per prendere la regina, guidando sempre meco Enrico, affine di afforzare il mio partito colla sua presenza; avvegnachè certi messi mi avevano avvertito che la sposa sua veniva colla risoluzione d’annullare l’ultimo decreto che fatto avevamo in Parlamento sulla vostra successione. A Sant’Albano ci scontrammo, e disperatamente i nostri due eserciti han combattuto; ma sia che la placida freddezza del re, che gettava dolci e teneri sguardi sulla regina guerriera, abbia agghiacciato l’ardore di cui avevo vedute le mie schiere animate, che la nuova del recente trionfo di quella, e lo straordinario spavento che ispirava il feroce Clifford, la di cui voce inumana non parla mai a’ suoi cattivi che di sangue e di morte, producesse il tristo effetto; certo è ch’ei ne son venuti sopra come una folgore, e che i nostri soldati, quali infingardi gufi notturni, o come sferza trattata dalla mano di vile mercenario ricco, non vibravano che con mollezza i loro colpi dopo brevi istanti, quasi scopo ad essi fossero stati gli amici loro. Ho fatto opera di animarli colla giustizia della vostra causa, colla promessa di pingue mercede e di gran ricompensa; ma invano. Essi non avevano il coraggio di combattere: e allorchè abbiam veduto che non v’era alcuna speranza di ottener la vittoria, siamo fuggiti, il re verso la sua sposa, e noi, lord Giorgio vostro fratello, Norfolk, ed io, a questa volta. Ci era stato detto che eravate qui sulle frontiere intenti a raccogliere un altro esercito per dare una nuova battaglia.

Ed. Caro Warwick, dov’è il duca di Norfolk? E Giorgio quando è venuto di Borgogna in Inghilterra?