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158 | IL RE ENRICO VI |
al rampollo di quel maledetto duca, che mi uccise il padre, ei deve morire.
Prec. Ed io, milord, morirò con lui.
Cliff. Soldati, guidatelo lungi.
Prec. Ah, Clifford! non uccidere quest’innocente fanciullo, per tema di non essere riprovato da Dio e dall’uomo.
(esce trascinato dai soldati)
Cliff. Ebbene! è egli già morto? è solo il timore che gli fa così chiuder gli occhi? Io glieli aprirò.
Rut. Oh! il tuo sguardo è quello del leone affamato che affigge la vittima che trema sotto i suoi artigli spietati: così ei se le avvicina per divorarne le membra: in tal guisa l’insulta eia deride. — Buon Clifford, uccidimi colla spada, e non con isguardi tanto fieri. Lasciami parlare, pietoso Clifford, prima ch’io muoia: io sono oggetto troppo debole per la tua collera; vendicati sopra gli uomini, e lasciami vivere.
Cliff. Parli invano, sciagurato fanciullo; il sangue di mio padre ha chiuso il varco per cui le tue parole potevano entrare nel mio cuore.
Rut. Il sangue del padre mio lo riapra di nuovo: egli è un uomo, Clifford, va a combattere con lui.
Cliff. Se avessi qui tutti i tuoi fratelli, la loro vita e la tua non basterebbero per appagare la mia vendetta. No, quand’anche scavassi nella tomba de’ tuoi maggiori, e appendessi per aria i loro feretri, a metà consunti, quale spettacolo d’ignominia, il mio furore il mio cuore non sarebbero placati La vista d’ogni uomo della casa di York è una furia che mi crucia l’anima; e finchè estirpato io non abbia la loro schiatta maledetta, senza lasciarne uno in vita, sono all’inferno. Tu dunque... (alzando il braccio)
Rut. Oh! lasciami pregare prima di morire... Sei tu, ch’io invoco, buon Clifford, abbi pietà di me!
Cliff. Quella pietà che ti offre la punta della mia spada.
Rut. Io non ti feci mai male; perchè vuoi uccidermi?
Cliff. Tuo padre mi oltraggiò.
Rut. Io non era allora neppure in vita... Tu hai un figlio; per amor suo abbi compassione di me, per tema che, come giusto è Dio, ei non sia com’io miserabilmente ucciso. Fammi passare tutta la vita in carcere, e al primo cruccio che ti causerò, ordina mi si uccida... ora non n’hai motivo.
Cliff. Non motivo? Tuo padre uccise il padre mio; muori.
(lo trafigge)
Rut. Dii faciant, laudis summa sit ista tuæ! (muore)