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ATTO PRIMO 153


York. Perchè mormorate, miei lôrdi, senza rispondere?

Ex. La mia coscienza mi dice che egli è il legittimo re.

Enr. Tutti da me si ribellano, e a lui si rivolgono.

Nort. Plantageneto, non credere che per le tue pretese Enrico possa venire deposto.

War. Ei sarà deposto in onta di voì tutti.

Nort. Erri; non è in poter tuo, nè dei conti di Essex, di Suffolk e di Reut lo elevare il duca al trono mio malgrado.

Cliff. Re Enrico, sia o no legittimo il tao titolo, Clifford fa voto di combattere in tua difesa; e possa quel terreno spalancarsi e inghiottirmi vivo, che mi vedrà inginocchiare dinanzi all’uccisore di mio padre!

Enr. Oh Clifford! come le tue parole fan rivivere il mio cuore!

York. Enrico di Lancastro, cedi la corona. — Che dite voi, o che tramate, signori?

War. Rendete giustizia a questo egregio duca di York; o empirò questa sala di armati, e sul trono in cui egli ora si asside scriverò i suoi diritti col sangue di un usurpatore.

(batte un piede e i soldati rientrano)

Enr. Milord di Warwick, uditemi; lasciate ch’io regni fino che vivo.

York. Assicura la corona a me e ai miei eredi, e potrai regnare in pace il resto de’ tuoi giorni.

Enr. Di ciò mi tengo pago: Riccardo Plantageneto salirà in trono quand’io sarò estinto.

Cliff. Quale ingiuria è questa al principe vostro figlio?

War. Qual bene non è per l’Inghilterra e per lui?

West. Timido, abbietto Enrico, che per un nulla disperi!

Cliff. Come hai offeso e te stesso e noi!

West. Io non posso soffermarmi per intendere sì turpi composizioni.

Nort. Nè io.

Cliff. Vieni, cugino, andiamo a narrare alla regina queste novelle.

West. Addio, timido e degenere monarca, nel cui freddo sangue non è stilla d’onore.

Nort. Sii tu vittima della casa di York e muori in ceppi per questa vile abdicazione!

Cliff. In terribile guerra possa tu essere sopraffatto o durare in pace solo nell’abbandono e nel disprezzo!

(esce con Nort. e West.)

War. Volgiti da questa parte, Enrico, nè ti calga di loro.