Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, V-VI.djvu/16


il

RE ENRICO VI





ATTO PRIMO




SCENA I.

L’abbazia di Westminster.

Marcia funebre. Si vede il feretro del re Enrico V, convoiato dai duchi di Bedford, di Glocester e di Exeter; non che dal conte di Warwick, dal vescovo di Winchester, da araldi ecc, ecc.

Bed. Un funebre velo si stenda sulla volta dei cieli! Il giorno ceda il loco alla fosca notte! Comete, che portate i mutamenti e le rivoluzioni nei secoli e negli Stati, scuotete la vostra sanguigna chioma nel firmamento, e annullate le perfide stelle, il cui influsso fe’ morire Enrico, re troppo illustre per abitare in terra lungo tempo! Non mai l’Inghilterra perdè più illustre re!

Gloc. Non mai prima di lui ebbe l’Inghilterra re alcuno. Ei fu virtuoso e meritò di comandare agli uomini; la sua spada, allorchè la imbrandiva, acciecava col suo splendore. Le sue braccia erano più forti degli artigli d’un lione; i suoi occhi, animati al fuoco della collera, respingevano più sicuramente i nemici che il sole meridiano vibrante i suoi ardenti raggi sui loro volti. Che dirò io di più? Le sue geste sono superiori ad ogni racconto. Non mai alzò egli la mano che un regno non conquistasse.

Ex. Questo lutto esprime fiaccamente la grandezza della nostra perdita: a noi si addirebbe il versar lagrìme di sangue. Enrico è morto e non rivivrà mai più. Noi lo seguiamo racchiuso