Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
146 | IL RE ENRICO VI - ATTO QUINTO |
le ferite di cento battaglie, e tutti gli assalti dell’età, disputa l’onore alla giovinezza e ammenda gli anni col valore. Tutta la felicità di questo bel giorno svanisce, e nulla abbiamo ottenuto so ci manca Salisbury.
Ricc. Mio nobile padre, tre volte l’ho aiutato oggi a risalire a cavallo; tre volte l’ho veduto atterrato: e ho protetta la sua caduta colle mie armi; tre volte l’ho condotto fuor della mischia esortandolo ad abbandonare il campo di battaglia, ma sempre lo trovai dove era maggiore il pericolo. La sua grand’anima nel suo corpo indebolito e esausto dall’età era simile ad un ricco drappo in un’umile capanna. Ma mirate! egli s’avanza in tutta la maestà del suo valore. (entra Salisbury)
Sal. Per la mia spada, tu hai bene combattuto oggi, Riccardo. e tutti lo abbiam fatto. Te ne ringrazio. Dio sa quanti giorni ancora mi rimangono, ed egli ha permesso che tu m’abbia sottratto oggi tre volte ad una morte sicura. Ma, signori, quello che abbiam guadagnato non è ancor nostro: non basta che i nostri nemici siano fuggiti, perocchè essi ripareranno in breve a questa sconfitta e torneranno più tremendi.
York. So che la nostra sicurezza richiede che li inseguiamo perchè mi vien detto che il re sia accorso a Londra per radunarvi il Parlamento. Andiamogli dietro prima che avvenga tale riunione; che pensa di ciò lord Warwick?
War. Seguitiamoli, o anzi raggiungiamoli se ci è dato di farlo. Per la mia fede, signori, questo fu un glorioso giorno. La battaglia di Sant’Albano vinta dal gran York vivrà eterna nei secoli avvenire. — Suonate, tamburi e trombe; a Londra, voliamo a Londra; e possa questo giorno precederne molti altri del pari fortunati.
(escono)
fine della seconda parte del re enrico vi.