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ATTO QUINTO 145

sirto: per crudeltà vo’ divenire famoso. Rialzati tu, ruina dell’antica casa dei Clifford; (prendendo il cadavere di suo padre) come Enea fe’ col vecchio Anchise, io ti porterò sui miei omeri: ma oimè! Enea sorreggeva un corpo vivo, e lieve era il suo carico appo questo dolorosissimo mio.

(esce; entrano Riccardo Plantageneto e Sommerset combattendo; Sommerset rimane ucciso)

Ricc. Rimanti qui sotto l’insegna di questo misero albergo del castello di Sant’Albano. Sommerset muore e la sua morte fa avverare la predizione della maga. — Spada, serba la tua tempera: cuore, mantieni la tua collera; i sacerdoti pregano pei nemici, ma i principi gli uccidono.

(esce; allarme: escursioni. Entrano il re Enrico e la regina Margherita ed altri ritirandosi)

Mar. Fuggite, signore! siete troppo lento; per pietà fuggite!

Enr. Possiam noi sottrarci ai voleri del Cielo? Buona Margherita, fermati.

Mar. Di qual natura siete voi dunque? Voi non volete nè combattere nè fuggire. Ora è saviezza, virtù e coraggio il cedere il campo al nemico, e tutelarci con tutti i mezzi che ci restano, non potendo omai più che fuggire. (si ode un allarme lontano) Se voi cadete nelle loro mani siamo al termine di tutte le speranze: ma se vi sottraete ad essi, come lo possiamo, ove sia rapida la vostra fuga, andremo a Londra dove siete amato, e dove questa breccia fatta nelle nostre fortune può venire subitamente riparata.

(entra il giovine Clifford)

Cliff. Se non fosse che la mia anima confida nella vendetta avvenire, vorrei imprecare al Cielo prima che dirvi di partire: ma partire è d’uopo: un terribile sgomento regna nei nostri. Fuggite per vostra salvezza e vivremo per vedere il giorno della loro disfatta e della nostra gloria: venite, milord, venite!

(escono)


SCENA III.

I campi di Sant’Albano.

Allarme, e ritirata. Squillo di trombe; quindi entrano York, Riccardo Plantageneto, Warwick, e soldati con tamburi e bandiere.

York. Oh Salisbury! chi potrà esprimere qual fu il tuo coraggio? Tu eri simile ad un leone che nella sua collera obbliando