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ATTO QUARTO 135

tutti quelli che acconsentiranno a separarsi tosto da te, a ritornare in pace alle loro case.

Cliff. Che ne dite, compatrioti? Volete sottomettervi e accettare la grazia finchè vi è offerta, o lasciare che un furibondo vi guidi a morte? Chiunque ama il re e apprezza il suo perdono, getti in aria il berretto e dica: Dio salvi Sua Maestà. Chiunque lo odia e non onora il di lui padre Enrico V, che fece tremare la Francia, scuota le sue armi, e ci venga contro.

Il popolo. Dio salvi il re! Dio salvi il re!

Cade. Oh! Buckingham e Clifford, siete voi così prodi? E voi, vili paesani, potete loro credere? Desiderate di essere appesi col brevetto del vostro perdono al collo? La mia spada fe’ dunque cadere le porte di Londra perchè voi mi abbandonaste in Southwark? Credevo che non avreste mai deposte quest’armi, finchè ricuperato non aveste la vostra antica libertà: ma voi siete codardi che vi piacete di vivere schiavi dei nobili. Lasciate dunque che vi opprimano con mille pesi, che saccheggino le vostre abitazioni, che rubino le vostre mogli e le vostre figlie innanzi ai vostri occhi: per me saprò provvedere alla mia sorte; e la maledizione del Cielo cada sopra di voi!

Il popolo. Seguiremo Cade, seguiremo Cade!

Cliff. È egli il figlio di Enrico V perchè lo seguiate? Vuol egli condurvi nel cuore della Francia per fare del più infimo di voi un conte o un duca? Oimè! ei non ha nè casa nè asilo in cui riparare; nè ha altri mezzi di sussistenza che la rapina. Non sarebbe dunque un’onta, se intanto che voi vi agitate qui nella discordia, il timido Francese, che avete tante volte vinto, arrischiasse un’incursione sui mari, e vi vincesse a volta sua? Sembrami già di vederlo svegliato dalle nostre discordie incedere da sovrano per le vie di Londra, gridando: villani, deponete le armi. Ah! prima che un Inglese s’abbassi a chieder grazia ad un Francese perisca mille volte un vil Cade, e diecimila simili a lui! In Francia, in Francia! e riconquistate quello che avete perduto: salvate l’Inghilterra che vi è madre. Enrico ha un bel tesoro, voi possedete coraggio; Dio è dal nostro lato; non dubitate della vittoria.

Il popolo. Clifford! Clifford! Noi seguiremo il re e Clifford.

Cade. Fu mai penna più leggiera e più mobile della moltitudine? Il nome di Enrico V le ispira mille misfatti, e l’induce ad abbandonarmi. Li veggo piegare i capi l’uno contro l’altro combinando i mezzi per sorprendermi: ma la mia spada m’aprirà la via, poichè non vi è più sicurezza a restar qui. — In onta dei diavoli e dell’inferno, apritemi il passo. Il Cielo e l’onore mi sono