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ATTO QUARTO 131


SCENA VI.

Strada Cannon.

Entra Giovanni Cade, coì suoi seguaci, battendo col suo bastone le case circostanti.

Cade. Ora Mortimero è signore di questa città. E qui assidendomi sulle pietre di Londra, comando e voglio che a spese di questo paese ne’ suoi canali non scorra più che il vin di Bordò per questo primo anno del nostro regno. D’ora innanzi sarà traditore chiunque mi chiamerà con nome diverso da quello di lord Mortimero. (entra un soldato correndo)

Sal. Giovanni Cade! Giovanni Cade!

Cade. Uccidetelo: ha trasgredito alla mia legge.

(il soldato è ucciso)

Smith. Se quest’uomo è savio, ei non vi chiamerà più Giovanni Cade, dopo sì bell’avvertimento.

Dick. Milord, vi è un esercito che si raccoglie a Smithfield.

Cade. Andiamolo a combattere: ma prima correte ad incendiare il ponte di Londra; e se potete, abbruciate anche la Torre. Andiamo. (escono)

SCENA VII.

Smithfield.

Allarme. Entra da un lato Cade col suo esercito; dall'altro i cittadini e le truppe del re capitanate da Matteo Gough. Segue il combattimento; i cittadini son posti in fuga e Matteo è ucciso.

Cade. Bene sta, miei amici — Ora andate ai magazzini e ai collegi, e atterrate tutti sì fatti edifizi.

Dick. Ho una dimanda da fare a vossignoria.

Cade. Mia Signoria! Sei sicuro di ottenerla solo per questa parola.

Dick. La grazia che vi chieggo è che tutte le leggi d’Inghilterra escano dalla vostra bocca.

Holl. (a parte) In tal caso saran leggi sanguinarie; poichè ei ha ricevuto in una mascella un colpo di landa, e la piaga non è ancora guarita.