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ATTO TERZO 119


Enr. Ahi qoal segno evidente di vita malvagia è l’appressarsi d’una morte sì terribile!

War. Beaufort, è il tuo sovrano che ti parla.

Car. Conducetemi al mio giudizio quando verrete..... Non morì egli nel suo letto? Dove doveva morire? Posso io far vivere gli uomini loro malgrado?... Oh! non mi cruciate di più, confesserò..... Che! egli è tornato in vita? Mostratemi dunque dov’è; darei mille corone per rivederlo. — Ei non ha gli occhi; la polvere lo ha acciecato. — Pettinategli i capelli: guardate! guardate! si rialza e pare aspetti il volo della mia anima!.... Datemi qualche bevanda, recatemi il violento veleno che ho comprato.

Enr. Oh tu, eterno motore dei cieli, getta uno sguardo di misericordia sopra questo infelice! Scaccia il demone furioso che assale la sua anima tormentata; e libera il suo seno da sì feroce disperazione!

War. Mirate come le angoscie della morte lo fanno rabbrividire.

Sal. Nol frastornate; lasciatelo morire placidamente.

Enr. Pace alla sua anima! Iddio gliela conceda! Lord cardinale, se pensate alla felicità del Cielo, sollevate le vostre mani, date qualche segno di speranza. — Egli muore, e resta immobile..... Oh, Dio, perdonagli!

War. Sì tremenda morte dà indizio di empia vita.

Enr. Non giudicate, chè tutti siamo peccatori. — Chiudetegli gli occhi, copritelo col lenzuolo, e abbandoniamoci alle nostre meditazioni. (escono)