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ATTO TERZO 107

alcun danno, nè ad alcun altro ne facesti; e simili allo spietato beccaio che rapisce il tenero agnello alla madre sua, e lo batte ogni volta che diverge dal cammino che lo guida a morte colla stessa freddezza e impassibilità essi han condotto lungi da questi luoghi la loro vittima: ed io, come la madre derelitta che corre e geme mirando la via per cui il suo figlio le è stato tolto, nè può far nulla per lui fuorchè piangere la perdita sua, stommi qui addolorato per la sorte di Glocester, nè so accordarti che sterili lagrime. I miei tristi occhi seguono la sua traccia, e non possono soccorrerlo, tanto sono potenti i suoi nemici congiurati! Oimè! piangerò almeno le sue sventure, e in mezzo alle lagrime mie ripeterò spesso: Chi è di loro il traditore? Glocester certo non lo è. (esce)

Mar. Voi, la di cui anima non è serva dei pregiudizi, voi lo vedete, la neve si fonde ai caldi raggi del sole. Enrico è di ghiaccio nelle grandi occasioni; troppo pieno di una puerile pietà, l’apparente virtù di Glocester affascina i suoi occhi, e il linguaggio dell’astuto all’orecchio suo è il pianto ingannatore del coccodrillo, che intenerisce, e dà morte al credulo passeggiero: è un serpente celato sotto i fiori, splendido di colori mirabili, che ferisce col dardo mortale il fanciullo imprudente il quale sedotto da occhi giudica del suo cuore dalla sua beltà. Voi, uomini di senno e di animo, udite una donna che vi dice che conviene affrettare la perdita di colui, per sottrarci alla pena di temerlo.

Car. Ch’ei muoia: la politica lo richiede: ma di colorire ci è d’uopo la sua morte: conveniente è ch’ei sia giudicato colle formole della legge.

Suff. Improvvido ciò sarebbe: il re s’adoprerà sempre per salvarlo; i Comuni ancora; e noi non abbiamo che poveri argomenti per dannarlo a morte.

York. Onde voi non volete ch’ei muoia.

Suff. Ah! York, niuno lo brama più di me.

York. York ha più ragione per desiderarlo. — Ma, signori, aprite il pensier vostro, e pariate schiettamente: non vi sarebbe eguale prudenza nell’appostare durante la notte un cospiratore furioso solo di guardia al capezzale del letto di un monarca, come il mettere Glocester accanto ad Enrico per Protettore?

Mar. Sarebbe porvi un pugnale che certo lo trafiggerebbe.

Suff. Signora, è vero: e non riputerebbesi dunque demenza il porre il lupo a custode del gregge? Un uomo accusato di frodi e sangue sarà stupidamente posto in libertà perchè non ha ancora compiuto il delitto statuito in cuor suo? No; ch’ei muoia; lupo