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ATTO PRIMO 91

il prefetto di Sant’Albano co’ suoi colleghi; e Simpcox portato da due persone sopra una sedia; sua moglie e una gran moltitudine lo seguono)

Car. S’avanzano i cittadini in processione per presentare a Vostra Altezza l’uomo meraviglioso.

Enr. Grande dev’essere il suo giubilo in questa valle terrestre, sebbene mercè la vista, accresciuta si sia la sua facoltà di peccare.

Gloc. Ritiratevi, signori, e appressatelo al re; Sua Altezza desidera d’intrattenersi seco.

Enr. Buon amico, dinne il tuo caso, onde insieme con te possiamo glorificare il Signore. A lungo adunque tu fosti cieco, ed ora ci vedi?

Simp. Nacqui cieco, milord.

Moglie. Vero è.

Suff. Chi è costei?

Moglie. Sua moglie, così piaccia a vossignoria.

Gloc. Fossi tu stata sua madre, meglio lo avresti potuto affermare.

Enr. Dove nascesti?

Sim. A Berwick nel Nord, sia detto col vostro beneplacito.

Enr. Povera anima! la bontà di Dio è stata grande per te: non fare che di notte trascorra mai senza che tu lo santifichi, e ti rimembri di quello che egli ha operato.

Mar. Dimmi, amico, venisti tu qui eventualmente, o per una divozione a queste sante reliquie?

Sim. Per pura divozione, e Dio lo sa. Cento volte fui chiamato, e per lo più ne’ miei sonni, dal buon sant’Albano, che mi diceva: Simpcox, vieni; vieni ad adorare le mie reliquie ed io ti aiuterò.

Moglie. È vero, è vero; e molte volte io stessa ho udita una voce che lo chiamava così.

Car. Che, sei anche zoppo?

Sim. Si, così l’onnipotente Iddio mi aiuti!

Suff. Come lo divenisti?

Sim. Caddi da un albero.

Moglie. Da un susino, signore.

Gloc. Quanto tempo fosti cieco?

Sim. Nacqui tale, lo ripeto.

Gloc. E ti arrampicavi sopra gli alberi?

Sim. Una sola volta in mia vita, e quando era giovine.

Moglie. È vero, e pagò il suo ardire ben caro.

Gloc. Per la messa! tu amavi i susini assai, per avventurarti in tal modo.