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88 il re lear

sola vivanda, io vuo’ chiarire, trafiggendoti il cuore, che sei quello che ho detto.

Reg. Oimè, mi sento male!

Gon. (a parte) Se ciò non fosse, non crederei mai più ai veleni.

Edm. Ecco il mio guanto per risponderti. Chiunque è nel mondo che osa chiamarmi traditore, è un menzognero, un vile scellerato. Invita i tuoi araldi; e contro chi s’avanzerà, e contro te, e contro ogni altro, sosterrò il mio onore e la mia fede.

Alb. Un araldo, olà!

Edm. Un araldo, un araldo!

Alb. Non far assegnamento che sul tuo valore; imperocchè tutti i tuoi soldati arruolati a mio nome hanno da me ricevuto il loro congedo.

Reg. Il mio male aumenta.               (entra un araldo)

Alb. Ella non istà bene; guidatela nella mia tenda (Reg. esce) Avvicinati, araldo; fa che suoni la tromba, e leggi ad alta voce questo scritto.

Ar. Squilli la tromba, (un trombetto suona, e l’araldo legge)

Se è nell’esercito alcuno di condizione e grado dicevole, il quale sostener voglia che Edmondo, sè dicente conte di Glocester, è un traditore, si mostri al terzo squillo della tromba. Edmondo di pie fermo lo aspetta.

Edm. Suona.                                   (primo squillo)

Ar. Ancora.                                   (secondo squillo)

Alb. Un’ultima volta. (terzo squillo) (una tromba dal di dentro risponde, ed entra Edgardo armato, e preceduto da un trombetto)

Alb. Chiedigli (all’araldo) che intenda col mostrarsi dietro tale chiamata.

Ar. Chi siete? qual nome, qual condizione è la vostra? Perchè rispondeste all’appello?

Edg. Sappi che il mio nome è perduto; il morso avido e furibondo del tradimento me l’ha divorato. Nullameno sono mobile come l’avversario con cui vengo a combattere.

Alb. Qual è il tuo avversario?

Edg'. Chi risponde qui per Edmondo conte di Glocester?

Edm. Egli stesso. Che hai tu a dirgli?

Edg. Snuda la spada; e se il mio linguaggio offende un nobile cuore, il braccio tuo potrà farti giustizia. Ecco la mia spada ignuda. Odi ora quali sono i privilegi del mio grado, de’ miei giuramenti, e della mia professione. Dichiaro, in onta della tua spada vittoriosa, in onta della tua nuova grandezza e del coraggio