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72 il re lear


Reg. Ma perchè scrive ella ad Edmondo? Non poteva affidarvi i suoi comandi a voce? Orsù, una parola..... non so il perchè..... ma lasciami dissuggellar quella lettera, e ti amerò molto.

Magg. Signora, vorrei piuttosto.....

Reg. So che la vostra padrona non ama suo marito; son sicura di ciò: e quando, non ha molto, qui stava, volgeva spesso sguardi strani ed eloquenti al nobile Edmondo. So ancora che voi siete a parte dei segreti di lei.

Magg. Io, signora?

Reg. Sì; parlo con scienza; voi siete il suo intimo confidente, lo so: onde pensate a ben ascoltare quello che voglio dirvi. — Il mio sposo è morto; con Edmondo favellai; e la mia mano gli si addice più che quella della signora vostra. Saprete di più in seguito. Se ora lo trovate, esponetegli ciò, ve ne prego; e quando istruirete di tutto quello che vi ho detto la vostra signora, consigliatela a far uso di tutta la sua ragione. Addio. — Se per avventura udiste parlare di quel cieco traditore, la fortuna verserà i suoi doni sopra colui che l’avrà trucidato.

Magg. Potessi incontrarlo, signora! e mostrar vorrei a qual partito io sia ligio.

Reg. Addio. (escono)

SCENA VI.

Una landa nelle vicinanze di Douvres.

Entrano Glocester, e Edgardo in abito da contadino.

Gloc. Quando arriveremo alla cima della montagna?

Edg. Voi cominciate a salirla ora; sentite com’è disagevole!

Gloc. Parmi che il terreno sia uguale.

Edg. Orrendo precipizio; non udite il muggito del mare?

Gloc. No, in verità.

Edg. Convien dire allora, che anche gli altri vostri sensi sian divenuti imperfetti per lo spasimo degli occhi.

Gloc. Così può essere; ma parmi che la tua voce siasi alterata e che tu favelli con miglior frase e senno che prima non facevi.

Edg. V’ingannate; in nulla io son mutato, fuori che ne’ vestimenti.

Gloc. Parmi che favelli meglio.

Edg. Avanzatevi, signore; quest’è il luogo: non vi muovete. — Come tremendo e orribile è il gettar gli occhi in fondo a questo abisso! Il capogiro mi piglia!..... Il nibbio e la cornacchia che