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atto quarto | 67 |
prendere io la sua spada. — Quest’uomo (additando il Magg.) sarà il nostro fido agente. Se sapete tutto ardire per servire la vostra fortuna, riceverete fra poco i comandi di un’amante. Abbiatevi intanto questo pegno (dandogli un anello); non isperdete parole; chinate la fronte... Questo bacio, se osasse parlare, ti farebbe esalare tutta l’anima in un’estasi... Abbi giusta idea di me, e tutto spera... Addio.
Edm. Vostro sarò fino agli estremi di morte.
Gon. Mio amato Glocester! (Edm. esce) Oh qual differenza fra uomo e uomo! A te le cure di una donna son dovute; il mio stolto marito usurpa il mio letto.
Magg. Signora, viene a questa volta milord. (esce; ed entra Albanìa)
Gon. Valeva io dunque ben poco agli occhi vostri?
Alb. Gonerilla, tu vali meno della vil polvere che il vento soffia sopra il tuo volto. Conosco il tuo carattere, e lo temo. Colei che intorbida la sorgente da cui trasse la vita, non può più avere nè freno, nè norma. Colei che si strappa dal seno paterno debbe necessariamente appassirsi, come la fronda divelta dall’albero, e servir più non puote che ad usi funesti.
Gon. Basta; tal tema è stolta.
Alb. La saviezza e la bontà sembrano vili all’anima vile; sol la sozzura piace alle menti sozze. Che avete voi fatto, tigri, non figlie, che avete fatto? Un padre, un buon vecchio, per riverenza di cui anche un orso avrebbe deposta la sua ferocia, barbare, snaturate femmine, ridotto voi avete alla pazzia. Come potè mio fratello, e uomo e principe, sostener la vista della vostra ingratitudine verso chi l’avea tanto beneficato? Ah! se il Cielo non si affretta ad inviare sotto forma visibile i suoi ministri sulla terra per domare i cuori feroci ed ingrati, gli uomini fra breve si divoreranno fra loro come i mostri dell’oceano.
Gon. Uomo debole e timoroso, alle cui gote si addicono soltanto guanciate, sul di cui capo ben cadono le ingiurie, non hai tu occhi per discernere l’onor tuo e la tua vergogna? Non sai tu che non v’hanno che i pazzi che possano compiangere il miserabile che va punito del suo delitto prima d’averlo compiuto? Dov’è la tua bandiera? La Francia sventola liberamente i suoi vessilli sui nostri campi silenziosi. Già il tuo uccisore, col piumato elmo in testa, ti minaccia, intantochè tu, stoltamente moralizzando, poltrisci qui, e gridi: Oimè! perchè vien egli ad assalirne?
Alb. Va a mirare il tuo volto, furia d’inferno, chè la deformità non è tanto orrenda nei demoni, come lo è nella donna.