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370 | IL RE ENRICO V |
massero che una sola nazione! — Dio voglia ascoltare e consacrar questo voto.
Tutti. Amen.
Enr. Apprestiamoci al nostro imeneo: in questo giorno, duca di Borgogna, riceveremo il vostro giuramento, e quello di tutti i pari per garanti della nostra unione: poscia io sacrerò la mia fede a Caterina, e voi, Caterina, a me; così eternamente mantenuti siano i nostri patti, e fecondi ne vengano di felicita. (escono)
Entra il Coro.
Eccoci al termine a cui il nostro umile autore ha condotta questa storia. I suoi rozzi pennelli inadeguati erano al gran subbietto. Costretto a racchiudere in un angusto campo i più alti personaggi, e a non mostrare che ad intervalli alcuni punti splendidi del vasto corso della loro gloria, ei chiede la vostra indulgenza. Enrico, astro d’Inghilterra, non è vissuto che pochi giorni; ma il suo breve spazio ha riempito di una fama immensa. La fortuna aveva fatta la spada colla quale ei conquistò il più bel giardino del mondo, e di cui lasciò il figliuol suo sovrano. Enrico VI, coronato colle bende dell’infanzia re di Francia e d’Inghilterra, ascese dopo lui al trono: ma tante mani avvilupparono le redini del suo governo, che da esse potè svincolarsi la Francia, e sangue inglese andò sparso. Noi vi abbiamo dimostrato spesso siffatti quadri sul nostro teatro: perciò degnatevi di fare a questo un accoglimento favorevole.
fine del dramma.