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ATTO QUINTO | 369 |
Enr. Appunto, e alcuni di voi possono ringraziare l’amore della mia cecità, che non mi lascia vedere tante belle città francesi, a cagione di una vergine di Francia che mi sta dinanzi.
Re. Sì, milord, in prospettiva vedete tali città, che divenute sono altrettante vergini, perocché cinte miransi da vergini mura, in cui alcuno non è mai entrato.
Enr. Sarà dunque Caterina mia sposa?
Re. Così vi piaccia.
Enr. Sono contento: e le città di cui parlavate possono ringraziarla. Se la bellezza che incontrai per via si oppone al compimento de’ miei desiderii di conquista, essa mi promette almeno di colmare i miei voti d’amore.
Re. Abbiamo acconsentito a tutte le condizioni ragionevoli.
Enr. È ciò vero, miei lórdi d’Inghilterra?
West. Il re ha sancito ogni articolo: prima sua figlia, poi tutto il resto.
Ex. Ad una cosa soltanto non ha acconsentito: è l’inchiesta di Vostra Maestà che il re di Francia, dovendo scrivere per qualche bisogna a Vostra Altezza, debba usare della seguente formula: notre très-cher fils Henry, roy d’Angleterre, héritier de France; e così in latino: praeclarissimus filius noster Henrieus rex Angliae, et haeres Franciae.
Re. Nondimeno, fratello, non ho rifiutato in guisa, che se voi lo desiderate assolutamente, non sia per accettarlo.
Enr. Prego vi dunque per amore e parentela, di lasciare che anche questo articolo passi cogli altri, e di darmi per conclusione la figlia vostra.
Re. Prendetela, e dal suo sangue nascanvi figliuoli che possano alfin estinguer l’odio che sì a lungo straziò questi due regni, rivali l’uno dell’altro; possa questa unione stabilire una pace degna di due monarchi cristiani: possa la guerra non più mai infierire fra la Francia e l’Inghilterra.
Tutti. Amen.
Enr. Ora, amata Caterina, siate la ben trovata; e voi tutti fatemi testimonianza ch’io qui l’abbraccio come mia sovrana regina. (squillo di trombe)
Reg. Iddio, autore supremo e benefico di tutti i maritaggi, unisca e confonda in un solo i vostri due regni, i vostri due cuori! Come lo sposo e la sposa, quantunque esseri separati, in un solo essere per amore si convertono, così fra la Francia e l’Inghilterra abbia luogo tale unione che non più alcun atto ostile la perturbi. La gelosia crudele, che semina troppo spesso di spine il letto dei connubii fortunati, non sciolga mai il nodo che lega questi regni per dividerli con divorzio fatale! Gl’Inglesi e i Francesi s’accolgano e si riguardino mutuamente, come se non for-