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368 IL RE ENRICO V

stra con un bacio; arrendetevi pazientemente. (baciandola) Voi avete mille sortilegi nelle labbra. Caterina: vi è più eloquenza nel loro contatto che non ne sia in tutto un concilio di Francia: ed esse persuaderanno più presto Enrico d’Inghilterra, che una preghiera di cento monarchi. Viene vostro padre.

(entrano il re di Francia e la regina, Borgogna, Bedford, Glocester, Exeter, Westmoreland ed altri signori inglesi e francesi) Bor. Dio salvi Vostra Maestà! Vi intrattenevate forse, mio real cugino, nell’insegnare l’inglese alla nostra bella principessa?

Enr. Voleva istruirla, caro parente, del mio amore: e questo in buon gallese.

Bor. Non ha forse attitudine a tale scienza?

Enr. La nostra lingua è rozza, e la mia tempra non è molle: cosicchè non avendo per me nè la voce, nè il cuore dell’adulazione, non ho potuto evocare in lei lo spirito dell’amore, tanto da vederlo nelle sue vere sembianze.

Bor. Perdonate alla mia franchezza, e vi risponderò. Se volete scongiurarla1 vi è forza fare un circolo: se volete veder l’amore nelle sue vere sembianze convien che il veggiate nudo e cieco: or potete voi biasimarla se, essendo vergine nè altra tinta conoscendo fuorchè quella rosea della modestia, ella niega di vedere un fanciullo nudo e cieco? Dura fu, mio signore, la proposta vostra per una fanciulla.

Enr. Nondimeno serrando gli occhi v’acconsentono tutte.

Bor. Esse vogliono allora escusarsi, milord, perchè non veggono quello che fanno.

Enr. Ebbene, mio caro duca, insegnate alla vostra cugina di acconsentire, e di chiuder gli occhi per me.

Bor. Questo farò volentieri, signore, se voi penserete a farle comprendere quello che sto per dirvi. Le fanciulle sono come le mosche, che, durante i calori dell’estate, appaiono fiere e volubili, ma passato il giorno di S. Bartolomeo sembra che divengano cieche, quantunque abbian gli occhi, e allora si può ad esse avvicinare, e toccarle facilmente, mentre prima fuggivano fino gli sguardi degli uomini.

Enr. Secondo i vostri principii, dovrò ancora aspettare lungamente, e passare un’estate ben calda per domare la vostra cugina, che deve divenire cieca.

Bor. Come l’amore lo è, milord, prima di amare.

  1. Allude all’arte delle streghe.