Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, III-IV.djvu/710


ATTO QUARTO 349

ritrarremo. Per la volontà di Dio! io ti prego di non desiderare un solo uomo di più. Giove, Giove, io non vuo’ l’oro, nè mi cale di chi vive e fiorisce con mio danno; poco mi cruccio se altri usano le mie vestimenta: tutti questi beni esterni non commuovono i miei desiderii, ma se un delitto è il desiderare l’onore, io sono il più colpevole degli uomini. No, mio cugino, non bramate che un solo Inglese ci si aggiunga. Per la pace di Dio! io non vorrei, nella speranza di cui pieno è il mio cuore, perdere di questa gloria ciò che sarebbe necessario soltanto di dividere con un uomo di più. Oh, alcuno più non venga! Andate piuttosto, Westmoreland, a bandire in mezzo al mio campo che quegli che non è parato all’imminente battaglia, si diparta: il suo congedo sarà sottoscritto e avrà la borsa empita di scudi per ritornarsene a casa. Io non vorrei morire in compagnia d’un soldato che temesse di morire, allorchè mi avrà compagno al sepolcro. Questo è il giorno di un gran santo. Colui che sopravvivrà e rivedrà il suo paese, tripudierà rammentando questo giorno, e se Iddio gli concede molti anni, allo scorrere di ognuno, ne celebrerà la ricorrenza e mostrerà con orgoglio le sue cicatrici. I vecchiardi dimenticano; ma quand’anche obbliassero ogni altra cosa, sempre si sovverrebbero con giubilo dei fatti che in questo giorno avranno operati, e i nostri nomi diverranno familiari nelle loro bocche, come quelli dei loro più cari. Enrico, Bedford, Exeter, Warwick, Talbot, Salisbury e Glocester, saran sempre ricordati ed onorati dai posteri; il padre canuto racconterà questa storia al figliuol suo, e fino alla distruzione dei secoli, questo dì solenne non trascorrerà mai senza che vi sia fatta menzione di noi; di noi, piccolo numero di fortunati, schiera di fratelli immortali, avvinti da un legame di gloria e di sangue. Chiunque perderà oggi la vita mi sarà fratello; e fosse egli nato nella condizione più vile, questo giorno lo nobiliterà; i gentiluomini d’Inghilterra che ora riposano nei loro letti, si crederanno svergognati per non essere stati qui, e arrossiranno ogni volta che adiranno la voce di qualcuno dei guerrieri che combatterono in questo gran giorno. (entra Salisbury)

Sal. Mio sovrano, affrettate i vostri apparecchi: i Francesi sono schierati, e in breve ne investiranno.

Enr. Tutto è preparato se i nostri cuori lo sono.

West. Muoia l’uomo la di cui mente è ora invilita!

Enr. Tu non desideri più aiuto dagl’Inglesi, cugino?

West. Per lo spirito di Dio, mio sovrano, vorrei che voi solo ed io potessimo andare a questa battaglia!