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342 | IL RE ENRICO V |
monie di guerra, le cure di guerra, e le forme di guerra, tutte diversamente praticate.
Gow. Il nemico fe’ pur rumore; lo abbiamo udito tutta notte.
Huell. Se il nemico è un ciuco, uno stolto, un vanaglorioso, dobbiam noi imitarlo? In coscienza, che ne pensate?
Gow. Parlerò più sommesso.
Huell. Di questo vi prego e supplico. (esce con Gow.)
Enr. Sebbene sia un po’ fuori di moda, forza è però convenire che v’è molta disciplina e valore in quel Gallese.
(entrano Bates, Court e Williams, gregarii)
Court. Fratello Bates, non è il mattino che incomincia a spuntare laggiù?
Bat. Credo di sì: ma noi non abbiamo gran motivo per desiderare la venuta del giorno.
Wil. Vediamo il principio del dì, ma credo che non ne vedremo il termine. — Chi va là?
Enr. Un amico.
Wil. Sotto qual capitano servite?
Enr. Sotto sir Tommaso Erpingham.
Wil. Un buon comandante, e un molto gentile uomo. Pregovi, che pensa egli della nostra condizione?
Enr. Ne riguarda come uomini naufragati sopra una sponda, che aspettano il riflusso per essere inghiottiti dal mare.
Bat. Non ha esposto il suo pensiero al re?
Enr. No, nè sarebbe bene che lo facesse: perocchè, io ve lo dico, reputo il re come un uomo simile a me, e null’altro. La viola ha eguale odore per lui come per me; l’aria agisce sopra di lui come sopra di me; i suoi sensi son feriti dagli oggetti come quelli degli altri uomini: mettete a parte quella pompa che lo adorna, e una volta a nudo non vedrete più in lui che un uomo. Sebbene le sue affezioni siano più elevate delle nostre, esse dileguano colla rapidità con cui eransi svegliate: per conseguenza allorchè vede che v’è motivo di temere, come noi lo vediamo, non è dubbio che il timore non debba produrre in lui come in noi la medesima sensazione: è per ciò che non converrebbe che alcuno gl’ispirasse il più piccolo sgomento, per tema che ove avesse a dimostrarlo, l’esercito non ne restasse scoraggiato.
Bat. Mostri quanto ardire vorrà, io scommetto che in onta di tutto il freddo che farà questa notte, ei sarebbe lieto di trovarsi immerso nel Tamigi fino al collo: per me vi do fede che vorrei vedervelo, ed esservi al suo fianco esposto ad ogni avventura, purchè non istessimo qui.