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ATTO TERZO 329

role, che parole invereconde per le fanciulle. Non vorrei pronunziare simili parole dinanzi ai signori di Francia per tutto l’oro del mondo. Foot e con, orrore, orrore! Ripeterò un’altra volta la mia lezione: de hand, de fingers, de nails, de arm, de elbow, de neck, de sin, de foot, de con.

Al. Ottimamente, signora!

Cat. Basta per una volta; andiamo ora a desinare. (escono)

SCENA V.

Un’altra stanza nel palazzo.

Entrano il Re di Francia, il Delfino, il duca di Borbone, il Contestabile ed altri.

Re. È certo che ha passato la Sonna.

Con. Se non andiamo a combatterlo, mio re, rinunziamo all’idea di vivere in Francia; abbandoniamo tutto, cediamo i nostri ricchi vigneti a un popolo barbaro.

Del. Oh! Dieu vivant! Gli avanzi del nostro popolo, il superfluo della sostanza dei nostri padri, i nostri pargoli, rampollati sopra tronco inculto e selvaggio, germoglieranno sì rapidamente, e vinceranno in altezza il fusto da cui ebbero vita.

Bor. Normanni, bastardi Normanni, mort de ma vie, se traversar debbono così il regno senza combattere, vuo’ vendere il mio ducato per comprare una capanna e alcune paludi fangose in quell’isola informe e selvaggia d’Albione.

Con. Dieu desbatailles! dove hanno essi dunque trovato tanto coraggio? Il loro clima non è coperto di nebbie e assiderato dal freddo? Il sole non diffonde che con ritrosìa pallidi raggi sulla loro isola; esso uccide i loro frutti coi suoi sguardi crucciati: e la loro ignobile birra, mistura d’acqua e d’orzo, bevanda da cavalli, e nulla più, può infondere tant’ira nel loro torpido sangue? Oh Francia! sembrerai tu dunque al cospetto di coloro una nazione pusilla, infingarda e petulante? Ah! per l’onore della nostra terra, non ci restiamo oziosi e immobili, come quei ghiacci che l’inverno sospende ai nostri tetti, intantochè un popolo, nato nel paese delle brume, si cuopre di un nobile sudore nelle nostre campagne, ricche pel loro suolo, ma povere, è pur forza il dirlo, per gli uomini molli che alimentano.

Del. Sull’onore e la fede dei cavalieri! le nostre donne ne scherniscono: esse dicono ad alta voce che il nostro vigore è consunto, e ch’elle prodigheranno i loro vezzi alla gioventù d’Inghilterra per ripopolare la Francia di bastardi bellicosi.