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58 | il re lear |
nel lago delle tenebre. Prega, innocente1, e guardati dal turpe diavolo.
Buff. Ti supplico, zio, dimmi: un pazzo è un gentiluomo o plebeo?
Lear. È re, è re!
Buff. No; è plebeo ed ha un gentiluomo per figlio; perocchè pazzo è quel plebeo che vede il proprio figlio gentiluomo dinanzi a sè.
Lear. Oh avessi mille spade infuocate per avventarmi su di loro, e segnarle col marchio dell’infamia!.....
Edg. Il nero demone mi strazia le reni.
Buff. Pazzo è colui che si fida alla dimestichezza del lupo, alla vigoria del cavallo, all’amore d’un fanciullo, o al giuramento di una meretrice.
Lear. Questo vuol farsi, e le processerò tosto..... Vieni, siedi tu qui, (a Edg.) giudice sapientissimo. Tu, (al Buff.) dotto sire, allogati costà. — Ora voi, volpi scellerate.... (immaginando nel suo delirio d’aver le figlie presenti, e di giudicarle)
Edg. Mira (fingendo vedere il diavolo) dove ei stassi, e come risplende! — Abbisogni tu d’occhi per essere giudicata, madonna? (compiacendo alla follia del re) Vieni, Bessy, vieni sul dolce rivo a me.....
Buff. La sua barca è sdruscita, nè dir ti debbe perchè non osa venire a te.
Edg. Il nero demone infesta il povero Tom con una voce di rosignuolo. Hopdance grida nel ventre di Tom, perchè gli accordi due aringhe bianche. Non istridere altro, angelo d’inferno; non ho cibo per te.
Kent. Come state signore? Toglietevi a questo delirio. Volete adagiarvi, e riposare sui guanciali?
Lear. Terminiamo prima i loro processi: fate entrare i testimonii. Tu, ladro, vestito da giudice, prendi il tuo posto (a Edg.); e tu, aggiogato con lui al carro dell’equità, siedi al suo fianco. — Voi pure siete della commissione (a Kent); onde sedete anche voi.
Edg. Ventiliam la materia giustamente. «Dormi, o vegli tu, gentil pastore? L’armento tuo si pasce di frumento; e da quei suoni che innalzerà la tua cornamusa, il gregge tuo non sarà viziato». Inferno! vedo un gatto grigio.
- ↑ Indirizzandosi al Buffone, avvegnachè i pazzi fossero anticamente chiamati innocenti.