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ATTO SECONDO 321

sua minaccia, il mio messaggio, a meno che il Delfino non sia presente. S’ei v’è, ho un’ambasciata anche per lui.

Re. Esamineremo con più agio il suo reclamo; e domani porterete la risposta al nostro fratello d’Inghilterra.

Del. Io qui rappresento il Delfino: qual messaggio avete per lui?

Ex. La sfida, il disprezzo più profondo, e tutto ciò che può esprìmerlo senza avvilimento, ecco il saluto che Enrico vi indirizza: e se vostro padre non sconta, soddisfacendo senza riserva tutte le sue dimande, l’amaro scherno con cui voi insultaste Sua Maestà, ei ve ne punirà così severamente che gli echi delle caverne e dei sotterranei di Francia risuoneranno del vostro castigo: i suoi cannoni faranno ammenda della vostra insultante ironia.

Del. Ditegli che se mio padre gli dà una risposta mite, ciò è contro il mio volere; poichè nulla più desidero che giuocar una partita col re d’Inghilterra, ed è alludendo a ciò e ai falli di sua giovinezza che gli mandai quelle palle da Parigi.

Ex. In ricompensa ei farà tremare fino le fondamenta del vostro Louvre, vi si annidasse la corte, nonchè di Francia, di Europa. Siate convinti che rimarrete assai stupiti, come noi suoi sudditi restammo, trovando tanta differenza fra quello che imaginato ci eravamo dovesse essere e quello che egli è. Ora ei profitta del tempo fino all’ultimo minuto; e le vostre perdite vel diranno, s’ei si ferma in Francia.

Re. Dimani sarete pienamente istrutto delle nostre risoluzioni.

Ex. Rimandatene prestamente, per tema che il nostro re non venga qui egli stesso a chiederci ragione de’ nostri indugi: egli è già approdato a queste sponde.

Re. Fra poco sarete licenziati e con proposte ottime. Una breve notte appena basta per maturar negozi di tanta importanza.

(escono)