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318 | IL RE ENRICO V |
femmine; ma allora era reumatico, e parlava della prostituta di Babilonia.
Gar. Non rammentate quel giorno in cui vide una mosca sol naso di Bardolfo, e disse che era un’anima nera che bruciava all’inferno?
Bard. L’alimento che intratteneva quel fuoco è andato al diavolo. Questo mio naso rubicondo è tutto ciò che tesoreggiai stando a’ suoi stipendi.
Nym. Ce ne andremo alfine? Il re sarà partito da Southampton.
Pist. Partiamo noi pure. — Mio amore, dammi le tue labbra. Bada a’ miei mobili, e il buon senso ti sia di guida. La parola d’ordine che ti lascio è scegliete, e pagate. Non far eredito ad alcuno; perocchè i giuramenti son di paglia, e l’obblio gli abbrucia: mantieni un buon cane di guardia, mia anitra, e caveto si mostri il tuo consigliero. Va ora a nettare i tuoi cristalli1. — Amico, amico, compagni, all’armi: partiamo per Francia, e come mignatte compiamo i nostri uffici.
Gar. Avrete cattivo cibo.
Pist. Sfiora la sua dolce bocca, e va.
Bar. Addio, ostessa. (baciandola)
Nym. Non posso baciarla: ma addio.
Pist. Mostrati buona massaia; sii casta, te lo raccomando.
Quick. Addio, addio. (escono)
SCENA IV.
Francia. — Una starna nel palazzo del Re.
Entra il re di Francia con seguito; il Delfino, il duca
di Borgogna, il Contestabile ed altri.
Re. Gl’Inglesi si avanzano con esercito poderoso. È necessario raddoppiare sforzi e cure, per fare una difesa onorata e degna della maestà del nostro trono. I duchi di Berry, di Brettagna, del Brabante e d’Orleans partiranno, e voi anche. Delfino, per visitare, riparare e fortificare le nostre citta, provvederle di soldati e di munizioni, perocchè l’Inghilterra nelle sue aggressioni investe colla violenza, con cui le acque precipitano in un dirupo. È necessario usare tutte le cautele che la previdenza e il timore ci consigliano, alla vista delle orme recenti che lasciò nelle no-
- ↑ Intende i di lei occhi.