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314 IL RE ENRICO V


Grey. Sarà mostrare ancora molta bontà il fargli dono della vita, dopo avergli inflitto un castigo rigoroso.

Enr. Ah! è il vostro troppo zelo e la vostra affezione per me, che vi costringe a sollecitare il supplizio di quel tapino. Se non ti chiudono gli occhi sopra falli leggeri, prodotti dall’offuscata ragione, come converrà riguardare i delitti capitali, concepiti, meditati e statuiti nel cuore, allorchè compariranno innanzi a noi? Vogliamo si ponga in libertà quell’uomo, sebbene Cambridge, Scroop e Grey, nel loro tenero zelo, e nella loro alacre sollecitudine per la conservazione nostra, desiderino il contrario. — Passiamo ora alla nostra spedizione di Francia. — Chi sono quelli che debbono ricevere una commissione da noi?

Camb. Io, milord; Vostra Maestà m’ha ingiunto di chiederla oggi.

Scroop. A me pure, mio sovrano, comandaste la medesima

Grey. Nè me avete obbliato.

Enr. Eccovi adunque, conte di Cambridge, la vostra incumbenza. — Eccovi la vostra, lord Scroop di Marsham. — Eccovi la vostra, cavaliere Grey di Northumberland. (dà a ciascuno uno scritto in cui sta esposto il loro tradimento) Leggete, e apprendete che conosco tutto il vostro merito. — Questa notte vi imbarcherete..... ma che avete, miei lórdi? Qual cosa leggete in quegli scrìtti che possa così farvi mutar colore? — Cielo! qual commozione si dipinge sopra i loro volti! Le loro guance son colore del foglio che stringono! Ebbene, che avete voi dunque, che vi sgomenti, che vi agghiacci, che vi scolori?

Camb. Confesso il mio delitto, e mi abbandono alla vostra misericordia!

Grey. e Scroop. È alla vostra clemenza che abbiamo ricorso.

Enr. La clemenza albergava nel mio petto, ma i vostri consigli ne l’han cacciata: è un’onta per voi l’osar parlare di clemenza! I vostri stessi argomenti si ritorcono contro di voi, come un cane furioso contro il seno del suo signore per istradarlo. — Vedete voi, miei principi, e miei nobili pari, questi mostri nati in Inghilterra? Lord Cambridge, che là sta, sapete quanto da me fosse amato, e come la mia amicizia lo colmasse di tutti i doni che potevano onorarlo; ebbene, quest’uomo per alcune vili ghinee ha vilmente tramato con infami agenti di Francia di assassinarci in questo medesimo luogo; e questo cavaliere che non mi doveva meno di lui, gli era secondo nell’empio giuramento. — Ma che dirò io di te, lord Scroop? Crudele, inumana