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310 IL RE ENRICO V


SCENA I.

Eastcheap.

Entrano Nym e Bardolfo.

Bard. Ben trovato, caporale Nym.

Nym. Buon giorno, luogotenente Bardotto.

Bard. L’antico Pistol è anche amico vostro?

Nym. Non lo curo: io poco dico, ma quando l’occasione si presenterà, sarò veduto afferrarlo sorridendo: avvenga poscia che mole. Io non oso combattere, ma vuo’ dare un colpo d’occhio e tener alto il mio ferro. Questo ferro non ha imprese: ma che importa? ei se ne trarrà bene quanto quello d’ogni altro.

Bard. Pel Cielo bisogna che io profonda la spesa di una colazione per farvi ritornare amici; e tutti tre andremo come fratelli in Francia, lascia che ciò segua, buon caporale Nym.

Nym. In fede, vivrò quanto posso, ciò è sicuro; e quando non potrò più vivere, farò come saprò. A ciò son risoluto; e di più non dico.

Bard. È sicuro, caporale, ch’ei s’è accoppiato con Nell Quickly, e certamente ella vi fece oltraggio, poichè voi eravate impegnato prima con lei.

Nym. Non so; bisogna che le cose siano come sono; gli nomini possono dormire, e aver le loro gole tagliate; alcuni dicono che i coltelli han la punta. Bisogna sia come deve essere; e quantunque la pazienza simigli a una cavalla stanca, pare va. La conclusione? L’ignoro. (entrano Pistol e mistress Quickly)

Bard. Tiene l’antico Pistol con sua moglie: — buon caporale, siate paziente. — Ebbene, oste Pistol?

Pist. Vil buffone, mi chiami tu oste? Ora, lo giuro so questa mano, detesto tal titolo: la mia Nell non alberga più alcuno.

Quick. No, in verità; non oserei prendere più in pensione femmine che si procacciassero la vita col loro lavoro, perchè sarei sicura che la gente direbbe tosto che è un luogo sospetto. — (Nym sfodera la spada) misericordia! che vuol dir ciò? Il caporale Nym è qui? Signore! sta per commettersi un adulterio volontario, e un omicidio. Buon luogotenente Bardotto... buon corporale, desistete.

Nym. Bah!

Pist. Bah a te, cane d’Irlanda! vil levriero dalle lunghe orecchie!