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ATTO SECONDO



Entra il Coro.

Ora tutta la gioventù d’ingnilterra avvampa d’ardor marziale, la divisa del lusso e del piacere giace dimenticata; gli armaiuoli solo arricchiscono, e l’onore empie tutti i cuori: molti vendono il campo che li nudriva per comprare un cavallo di battaglia, e più rapidi di Mercurio volano sui passi del loro re, sublime modello d’ogni principe cristiano. La speranza si asside nell’aere, brandendo una spada, il di cui ferro dalla punta agli elsi è nascosto da corone: corone d’imperatori, di duchi e di re, promesse a Enrico e ai prodi che lo seguono. Il Franco, che certe notizie hanno istruito di questo formidabile apparecchio, trepido e dubbioso cerca di allontanare colle ambagi della politica l’uragano che gli va sopra. Oh Inghilterra, i tuoi angusti limiti simboleggiano la tua grandezza! un corpo di nano tu sei che racchiude un cuore di gigante! Di quante geste non arricchiresti tu la tua gloria, se tutti i tuoi figli avessero per madre la tenerezza, e i sentimenti di natura! Ma vedi la tua sventura! La Francia ha trovato nel tuo seno molti cuori mendaci, che il suo oro ha riempito di delitti e di tradimenti. Essa ha trovati tre uomini corrotti, Riccardo di Cambridge, Scroop, Grey, che pel di lei oro nemici divennero della loro madre terra; ed è per le loro mani che questo re, onore dei re, deve perire, se l’inferno e il tradimento mantengono quanfhan promesso. La somma è pagata; i felloni si accordano. — Il re è partito da Londra, e la scena è ora a Southampton. Prima che il sovrano s’imbarchi per la Francia, degnatevi, o spettatori, di porre un freno alla vostra impazienza, e varcate senza fastidio l’intervallo dei luoghi, secondando i nostri sforzi per racchiudere tanti avvenimenti in un angusto spazio. È a Southampton che il teatro s’apre: è là che dovete assidervi. Da quel luogo vi faremo passar poscia in Francia, e ve ne ricondurremo, promettendovi sempre un mare tranquillo e placido: perchè, per quanto potremo, cercheremo che alcuno di voi non provi durante lo spettacolo nè noia, nè malcontento. Ma fino a che il re non se ne vada in Southampton è forza il rimanere.

(esce)