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atto terzo 53


Kent. Ma, buon lord, entrate qui.

Lear. Entra tu, te ne prego, e cercavi l’agio tuo. Questa tempesta mi distoglie da pensieri che mi riuscirebbero più dolorosi di lei. — Ebbene, entrerò. Tu, figliuolo (al Buff.) va innanzi. — Oh povertà senza tetto!... Vanne, precedimi; io pregherò il Cielo, e poi dormirò (il Buff. entra). — Poveri infelici, dovunque vi siate, che gemete percossi da questa orrenda tempesta, oh! come le vostre teste nude e senza ricetto, le vostre membra estenuate dalla fame, e mai coperte da luridi cenci, si riparano elleno contro nembi sì crudeli? Ah! troppo io obbliai i vostri bisogni. Lusso divoratore, ecco il tuo rimedio; esponti a soffrire quel che soffrono gli sventurati, e imparerai a privarti del superfluo dei beni tuoi, che accordato ad essi farà benedire la giustizia del Cielo.

Edg. (dal di dentro della capanna) Un braccio e mezzo, un braccio e mezzo! Il povero Tom!     (il Buff. esce a precipizio)

Buff. Non andar là, zio; vi è uno spirito. Aiuto! aiuto!

Kent. Dammi la tua mano... — Chi è colà?

Buff. Uno spirito, uno spirito, che dice chiamarsi il povero Tom.

Kent. Chi sei tu, che balbetti lì su quella paglia? Esci. (Edgardo si mostra, travestito come un pazzo da ospitale)

Edg. Vattene! il diavolo matto mi perseguita!... Fra i cespi spinosi soffia il vento gelato... Umh!... Vattene nel tuo freddo letto, e vi ti riscalda.

Lear. Hai tu dato tutto alle tue due figlie? Re, sei venuto a tanto?

Edg. Chi dà qualcosa al povero Tom, che il brutto diavolo ha perseguitato tra fuochi e fiamme, fiumi e precipizi, tra laghi e pantani? Egli ha messo pugnali sotto il suo origliere, capestri sul suo banco di chiesa, veleno di rospi nella sua minestra; gli ha soffiato la temerità nel cuore, e gli ha fatto varcare alte barriere, montato sopra un cavallo corrente di galoppo, perseguitando l’ombra sua, che prendeva per un traditore. — Benedizione su’ tuoi cinque sensi!... Tom gela di freddo... Oh oh... do de, do de, de do... Ti salvi il Cielo dai turbini, dagli astri fatali e dai malefizi!... Un po’ di carità al povero Tom, che il lurido diavolo manomette. Oh! se prenderlo potessi qui ora... e poi là... qui... là... là... e là... ancora...     (la tempesta continua)

Lear. Oh! le sue figlie l’han ridotto a questa estremità?... Non potesti salvar nulla? desti loro tutto?

Buff. No: si riserbò un lenzuolo; altrimenti saremmo rimasti tutti svergognati.