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274 | ENRICO IV |
in libertà, fino a che le sue passioni, come balena venuta sulla sabbia, logorate abbiano la loro foga in vani conati. Abbi ognora a memoria questi precetti, Clarenza, e diverrai l’appoggio e il protettore de’ tuoi amici, e sarai il vincolo dorato che unirà tutti i tuoi fratelli con nodo sì forte, che non mai il veleno della malevolenza e del sospetto (che forse suo malgrado il tempo e l’esperienza verseranno nella sua anima) potranno sciogliere o rompere, fosse esso così corrosivo come l’aconito, così violento come la polvere.
Clar. Io starò a’ suoi fianchi con tutta la tenerezza, e l’amore.
Enr. Perchè non sei a Windsor con lui, Tommaso?
Clar. Ei non va oggi colà, desina in Londra.
Enr. Con chi? Lo sai?
Clar. Con Poins ed altri de’ suoi.
Enr. Il suolo più fertile e più pingue è pur quello che ha maggiori spine: egli, nobile immagine di mia giovinezza, ha in sè gran dose di vizii. Perciò i miei dolori si stendono al di là della mia morte: il mio cuore geme, allorchè immagino, sotto le forme che crea la mia fantasia, i giorni di lutto che vedrete passare, quando io dormirò co’ miei avi. Allorchè le sue passioni, abbandonate al loro impeto, non avran più freno; allorchè la foga e l’ardore del sangue saranno le sole sue guide; allorchè il potere si unirà a’ suoi vizii prodighi, con qual volo le sue depravate inclinazioni non andranno incontro ai pericoli più inevitabili, non affronteranno certissimi mali!
War. Mio grazioso sovrano, voi lo conoscete troppo: il principe non ha altro intento che di studiare i compagni con cui convive, come si studia una lingua forestiera. Per imparar questa è necessario apprenderne anche i termini più osceni, che, una volta conosciuti, Vostra Altezza ben sa che a nulla servono; si taciono e si detestano. Così il principe, allorchè sarà giunto ad una età matura, respingerà da sè i suoi vili compagni, come si rigettano parole immonde: e la loro ricordanza vivrà soltanto nella sua memoria, come una specie di norma, sulla quale misurerà la condotta e la vita degli altri. La sua esperienza volgerà i mali passati in pro del presente.
Enr. Raro è che l’ape, allorchè ha posto il suo miele nel teschio di cadavere, lo lasci: ma chi viene? Westmoreland? (entra Westmoreland)
West. Salute al mio sovrano! E nuove felicità si aggiungano a quelle ch’io vengo ad annunziargli! Il principe Giovanni, vostro figlio, bacia la mano di Vostra Grazia. Mowbray, il vescovo