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52 il re lear

me chiede, digli che sono infermo. — Si giunse fino a minacciarmi di morte! Se muoio non vale, purchè soccorra il re, mio buon signore. — Alti segreti ti confidai, Edmondo; pregoti sii cauto.     (esce)

Edm. Te infelice! il duca sarà tosto istrutto dei tuoi sentimenti e della lettera che celi... Questo è, mi pare, un servigio importante, che deve farmi acquistare tutto quello che mio padre perderà; sì, tutto, tutto. I giovani sorgono allorchè i vecchi cadono.

(esce)


SCENA IV.

Una parte del bosco con una capanna.

Entrano Lear, Kent e il Buffone.

Hent. Quest’è il luogo, milord; mio buon lord, entrate. La tirannia di questa notte è troppo feroce, perchè la natura possa sopportarla.     (continua la tempesta)

Lear. Lasciami solo.

Kent. Mio buon signore, entrate.

Lear. Vuoi tu frangermi il cuore?1

Kent. Ah! piuttosto il mio frangerei. Mio buon signore, entrate.

Lear. Tu guardi come un male insopportabile questa furiosa tempesta, che ne assidera fino alle ossa; e, in vero, un gran male è per te. Ma quegli, il di cui cuore è in preda ad angoscio di morte, appena se ne risente. Se un orso feroce ti insegue, fuggirai; ma se nella tua fuga incontri innanzi a te l’ostacolo d’un mare mugghiante, ti volgerai per combattere l’orso feroce. Quando l’anima è libera, il corpo è delicato e sensibile al dolore; ma la tempesta che agita il mio cuore gli toglie ogni sentimento, tranne quello che lo fa così violentemente palpitare. — L’ingratitudine dei proprii figli!.. Non sarebbe lo stesso, come se la mia bocca mordesse la mia mano, allorch’essa le porge il cibo?... Ma sarò vendicato. — No, non vuo’ più piangere... In una notte sì spaventosa cacciarmi dalla loro casa, e chiudermi le porte dinnanzi!... Ruggi, tempesta; io patirò i tuoi furori... In notte sì spaventosa... oh Regana! oh Gonerilla!... al vostro vecchio e buon padre, il di cui cuore affettuoso tutto vi avea dato... Ah! la frenesia va congiunta a questo pensiero... dissipiamolo; nol richiamiamo mai più.

  1. Interrogazione strappatagli dal confronto che fa in sua mente fra la pietà del creduto suo servo e la barbarie delle sue figlie.