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266 | ENRICO IV |
Mow. Sì, ma l’opinione che il re serberà di noi sarà tale, che la più lieve cagione, il pretesto meno fondato, il sospetto più vano gli ricorderà sempre la nostra rivolta; e quand’anche colla fede più leale divenissimo vittime del nostro zelo per lui, le nostre opere sarebbero sempre scrutate per guisa, che in esse ti giungerebbe a trovare qualche orma di malvagità.
Arc. No, no, milord, ascoltate. Il re è stanco di dar peso a falli leggieri; egli ha riconosciuto per esperienza, che voler estinguere un sospetto con una vittima, è un farne rinascer due cogli eredi dell’estinto; perciò romperà le sue tavole di proscrizione, e non manterrà presso di sè alcun testimonio indiscreto, che gli richiami le cose passate. Ei sa bene, che non mai potrà purgar a piacer suo questo regno da tutto ciò che lo infastidisce. I suoi nemici si mescolano co’ suoi amici, e allorchè la sua mano vuol con violenza sradicare un avversario, essa strappa in pari tempo e fa ingiuria ad un cliente. La nazione gli sta dinanzi come una sposa sdegnata, e nell’ira sua provoca i suoi colpi; ma nel momento in cui egli vuol batterla, essa gli presenta il suo fanciullo lattante e il castigo riman sospeso nel braccio che voleva infliggerlo.
Hast. Oltre che il re ha sfogate tutte le sue vendette sulle ultime vittime, e adesso non può che minacciare senza nuocere.
Arc. È vero: siate sicuro, mio degno lord maresciallo, che se oggi cementiamo bene la pace, essa sarà come un membro rotto e ricongiunto, cui la rottura stessa ha renduto più forte.
Mow. Ebbene, sia; ecco milord di Westmoreland che ritorna.
(rientra Westmoreland)
West. Il principe è a pochi passi da noi. Volete, miei lórdi, venire a raggiungere Sua Grazia, a una distanza eguale dai nostri due eserciti?
Mow. Venerabile York, in nome di Dio, andate innanzi.
Arc. Precedetemi (a West.), e salutate il principe: noi, milord, vi seguiremo. (escono)
SCENA II.
Un’altra parte della foresta.
Entrano da un lato Mowbray, l’Arcivescovo Hastings ed altri; dall’altro il principe Giovanni di Lancastro, Westmoreland, uffiziali e seguito.
Gio. Mio cugino Mowbray, mi è dolce l’incontrarvi. Salute, degno Arcivescovo. Salute anche a voi, lord Hastings; salute a