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ATTO SECONDO 239


Bard. Salute a Vostra Grazia!

P. Enr. E alla vostra ancora, nobilissimo Bardolfo!

Bard. Avanzatevi ciuco virtuoso, (al paggio) timido pazzo, perchè dovete voi arrossire? A che tal pudore? Qual uomo femmineo siete voi divenuto? è dunque sì gran cosa lo sturare una bottiglia di birra?

Pag. Ei mi chiamava anche dianzi, milord, dalla finestra di un’osteria, senza che io potessi discernerne il volto dal rosso delle muraglie; infine vidi i suoi occhi; e mi parve avesse fatti due buchi nella sottana della ostessa, e per quelli mi riguardasse.

P. Enr. Forse che non ha ben profittato questo garzone?

Bard. Vattene, figlio di donna impura, vattene, coniglio.

Pag. Itevene voi piuttosto, sogno d’Altea, itevene!

P. Enr. Istruiscine, garzone: che sogno è cotesto?

Pag. In verità, milord, Altea sognò d’aver partorito un tizzo ardente; perciò lo chiamai il di lei sogno.

P. Enr. La buona interpretazione merita una moneta. — Eccotela, fanciullo.     (gli dà denaro)

Poins. Oh, così bel fiore sia preservato dagl’insetti! Altri sei soldi per preservartene.

Bard. Se nol fate appiccare, offendete il patibolo.

P. Enr. Come sta il tuo signore, Bardolfo?

Bard. Bene, milord. Egli udì della vostra venuta, ed eccovi una sua lettera.

Poins. Recata con molta urbanità. — Come sta il vostro peccatore padrone?

Bard. Fieno di corporea salute, signore.

Poins. In verità, la sua parte immortale abbisognerebbe di un medico, ma di ciò non si cura, e sebbene malato, non muore.

P. Enr. Permetto a quell’enorme mole di carne di esser meco familiare come il mio cane; ed ei mantiene il suo posto, perocchè guardate come mi scrive.

Poins. (legge) Giovanni Falstaff, cavaliere... Bisogna che ogni uomo sappia ciò tutte le volte che egli ha occasione di nominar se stesso. È come quelli che son parenti del re, e che non mai si pungono un dito, senza dire, ecco sangue reale sparso. Come ciò? chiede qualcuno, fingendo di non intenderli: la risposta allora è pronta come il berretto di un bisognoso: «sono un povero cugino del sovrano, signore».

P. Enr. E’ vogliono a tutta forza esserne parenti, e per provarlo rimonterebbero fino a Jafet. Ma torniamo alla lettera.

Poins. Sir Giovanni Falstaff, cavaliere, al figlio del re, più