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236 ENRICO IV


Fal. Vien qui, ostessa. (prendendola a parte; entra Gower)

Lord. Ebbene Gower, quali notizie?

Gow. Il re, milord, e il principe di Galles stanno per giungere; il resto ve lo dirà questa carta.

Fal. Quanto è vero ch’io sono un gentiluomo...

Ost. Mi diceste così anche prima.

Fal. Quanto è vero ch’io sono un gentiluomo, venite, non me ne parli più.

Ost. Per questa terra su di cui cammino, sono costretta a porre in gaggio i miei vasellamenti e gli arazzi della mia sala da pranzo.

Fal. I vetri, i vetri bastano per bere; e in quanto ai muri, alcune carte stampate, coll’istoria del figlio prodigo o di una caccia tedesca in turchino, valgono cento volte più di tutti quei drappi e quelle rosse tappezzerie. Fammi avere dieci ghinee, se puoi. Senza quei tuoi ghiribizzi, posso dire che non vi sarebbe donna migliore di te in Inghilterra; va, lavati il volto, e ritira la tua istanza: tali umori non vi si addicono con me; forse che non mi conosci? Via, via, so bene che sarai stata spinta a farlo.

Ost. Te ne prego, sir Giovanni, appagati di venti scudi; ho ripugnanza, in verità, a impegnare le mie ultime masserizie.

Fal. Non se ne parli più; mi volgerò altrove: voi sarete sempre una stolta.

Ost. Ebbene, avrete quel che chiedete, dovessi vendere la mia sottana. Spero che verrete a cena, e mi pagherete tutto insieme.

Fal. Oh che io non desidero di vivere? — Va con lei, va con lei (a Bardolfo) e non lasciartela sfuggire.

Ost. Volete che faccia venire Doll-Tear-Sheet a cena con noi?

Fal. Non più di ciò; venga.

(escono l’Ost., Bard,, ufficiali e paggio)

Lord. Mi si erano dette migliori novelle.

Fal. Quali son esse, mio buon lord?

Lord. Dove dormì il re la notte scorsa?

Gow. A Bolingbroke, milord.

Fal. Spero, milord, che tutto vada bene: quali novelle, milord?

Lord. Riconduce con sè tutto l’esercito?

Gow. No; mille e cinquecento fanti e cinquecento cavalli son partiti, per raggiungere Lancastro, che va contro Northumberland e l’arcivescovo.

Fal. Forse che il re torna da Galles, mio nobile lord?

Lord. Avrete tosto le mie lettere: venite, venite con me, buon Gower.