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ATTO PRIMO | 227 |
per rispetto alla mia povertà; ma quanto potessi durare a seguire le vostre prescrizioni, è ciò che non è noto.
Lord. Vi mandai a prendere perchè v’erano contro di voi lagnanze così gravi, che non si trattava di meno che della vostra vita.
Fal. Ma essendomi io consigliato col mio avvocato, versatissimo nelle leggi di questo paese, non venni.
Lord. Bene: il fatto è, sir Giovanni, che voi vivete con grande infamia.
Fal. Chiunque si cinge il mio budriere non potrà farne a meno.
Lord. I vostri mezzi sono scarsi, e il vostro consumo immenso.
Fal. Vorrei fosse altrimenti; onde i miei mezzi fossero molto grandi, e il mio consumo scarso.
Lord. Voi avete corrotto il giovine principe.
Fal. È il giovine principe che ha corrotto me: io sono l’uomo dal ventre grosso, ed egli il mio cane.
Lord. Sono avverso a riaprire una piaga che si è rammarginata da poco. E vostro servizio a Shrewsbury ha velate alcun poco le vostre geste notturne di Gadhsill. Dovete ringraziare i torbidi dei nostri tempi, perocchè senza di essi non sareste di così buon umore.
Fal. Milord?
Lord. Ma poichè tutto è in pace, restate in essa voi pure e non svegliate il lupo che dorme.
Fal. Svegliar un lupo è pericoloso, come il fiutare una volpe.
Lord. Pensate che siete come una candela per tre quarti consunta.
Fal. Una candela festiva, milord, tutta di sego, e se avessi anche detto di cera1, la mia enorme vegetazione appoggerebbe la giustezza della parola.
Lord. Non v’è un pelo bianco in tutto il vostro volto, che non dovesse produr il suo effetto di saviezza; voi seguite il giovine principe per tutto, come il suo cattivo angelo.
Fal. V’ingannate, milord: il vostro cattivo angelo2 è leggero; ed io spero che chiunque considererà bene la mia persona, mi prenderà senza pesarmi: quantunque io pure, forse, fossi fuori di corso. — La virtù ha così poco prezzo in questo vil se-