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226 ENRICO IV

di dirvi che avete mentito per la gola se intendeste affermare ch’io sia tutt’altro fuorchè un onest’uomo.

Fal. Ch’io ti lasci profferire simili improperii? Ch’io così obblii i titoli, che formano la mia esistenza? Vuo’ essere appeso dalle tue mani, se tu mai ottieni tal concessione da me: se tu osi prenderla di tuo senno, meglio sarebbe per te di esser tosto sparato. Via di qua, marrano sacrilego.

Seg. Signore, milord vorrebbe parlarvi.

Lord. Cavaliere Falstaff, dovrei dirvi una parola.

Fal. Mio buon lord! Dio accordi a Vostra Signoria il buon giorno: son lieto di veder Vossignoria per via: mi si era detta che Vossignoria era inferma. Certo che è per consiglio del medico che Vossignoria respira l’aria aperta. Quantunque Vossignoria non abbia ancora perduto la freschezza della gioventù, nondimeno ella è di una certa età, e comincia a sentire un poco gli assalti del tempo: permettete dunque che io supplichi vossignoria d’aver più cura della propria salute.

Lord. Sir Giovanni, vi avevo fatto pregare di venir da me, e qualche tempo, prima della vostra spedizione a Shrewsbury.

Fal. Con licenza di Vossignoria, si dice che Sua Maestà sia tornata malcontenta dal paese di Galles.

Lord. Non parlo di Sua Maestà. Voi non voleste venire, allorchè vi mandai a chiamare.

Fal. E si dice anche che Sua Maestà abbia avuto un nuovo attacco di quella dannata apoplessia.

Lord. Iddio abbia cura di lui! Udite quello che debbo dirvi.

Fal. L’apoplessia è, a quel che credo, una specie di letargia; non è così, milord? Sarebbe come un torpore del sangue. Ah! è una cosa trista e i dolori ne sono orribili!

Lord. Che cosa mi dite voi? Sia essa quello che vuole.

Fal. Per lo più è prodotta dai dispiaceri, dal soverchio studio, dalle perturbazioni dello spirito. Ne vidi le cagioni notate da Galeno; è una specie di sordità.

Lord. Io credo in fede che voi abbiate un poco di tale sordità, perocchè non intendete nulla di quello che voglio dirvi.

Fal. Molto bene, milord, molto bene: o piuttosto, con vostra licenza, è la malattia del non ascoltare, del non porgere attenzione, quella da cui sono investito.

Lord. Purgandovi per le calcagna, le vostre orecchie guarirebbero; e desidererei quasi di diventare vostro medico.

Fal. Son povero come giobbe, milord; ma non così paziente. Vostra Signoria può ministrarmi la pozione dell’imprigionamento