Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, III-IV.djvu/557

196 enrico iv


Worc. Sì, sulla fede mia, essa ha un suono che agghiaccia il cuore.

Hot. A quanto si fanno ascendere le schiere del re?

Ver. A trentamila uomini.

Hot. Siano pur quarantamila; senza mio padre e Glendower, l’esercito che abbiamo può bastare in questo gran giorno. Andiamo, affrettiamoci a passarlo in rassegna. L’ora fatale in cui tutto decider si debbe è vicina: moriamo tutti, e moriamo allegramente.

Doug. Non parlate di morire; io non temo la morte e il suo braccio in questi sei mesi dell’anno.     (escono)

SCENA II.

Una strada pubblica vicino a Coventry.

Entrano Falstaff e Bardolfo.

Fal. Bardolfo, vattene a Coventry; empivi un buon fiasco per me; i nostri soldati traverseranno la città e anderanno a Sutton-Coldfield questa sera.

Bard. Volete darmi un po’ di denaro, capitano?

Fal. Mettilo fuori tu, mettilo fuori tu.

Bard. Questa bottiglia costerà un angelo1.

Fal. Sia, e valga esso a ricompensarti del tuo prestito. Di’ al mio luogotenente Pito di raggiungermi al termine della città.

Bard. Così farò, capitano: addio.     (esce)

Fal. Se i miei soldati non mi fanno arrossire di vergogna, vuo’ non esser più che una vil mora secca. Ho diabolicamente abusato della fretta del re, prendendo in cambio di centocinquanta soldati, trecento e più ghinee. Non iscrivo alle insegne che buoni borghesi, figli di ricchi proprietarii; non cerco che giovani fidanzati, a cui più talenterebbe la voce di Satana che un colpo di tamburo; persone che han maggior paura dello scoppio di una colubrina che un daino o un beccaccino già ferito. Io non chiamo a me che coloro che chiudono un cuore non più grosso del capo di una spilla, talchè a quest’ora tutti han comprato il loro congedo, e il mio esercito è composto dell’alfiere, due caporali, e un luogotenente, insieme con alquanti tapini laceri, come ci si rappresenta Lazzaro sulla tela, quando ingordi cani gli leccavano

  1. Moneta.