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atto quarto | 195 |
Tutto fin qui procede bene; le nostre giunture non sono per anche rotte.
Doug. I desiderii del nostro cuore son paghi: la paura non è parola che s’oda mai pronunziare in Iscozia.
(entra sir Riccardo Vernon)
Hot. Mio cugino Vernon! Siate il ben ricevuto sull’anima mia!
Ver. Prego Dio, milord, che le mie novelle non guastino l’accoglimento. Il conte di Westmoreland, forte di sette mila uomini, marcia verso questi luoghi: il principe Giovanni è seco.
Hot. In ciò non è alcun male: che di più?
Ver. Di più ho saputo, che il re in persona s’è messo in via e si accinge a venirne addosso con forze superlative.
Hot. Ei pure sarà il ben accolto. Dov’è suo figlio il principe di Galles, quel giovine folle dal piè leggero, dalla testa vana, e i suoi degni compagni che han come lasciato da parte il mondo e le sue cure, dicendogli di girare a sua posta?
Ver. Tutti armati; tutti piumati come struzzi stendenti le ali al vento, tutti alacri quasi aquile novellamente sprigionate, e lucidi come imagini, addobbate per un dì di festa: pieni di speranza come il maggio; fecondi d’avvenire come il sole; avventati e bollenti come il torello in amore. Ho veduto il giovine Enrico, colla visiera alzata, colla corazza e lo scudo di prode cavaliero, sollevarsi dalla terra pari a Mercurio, e curvarsi in sella con tanta grazia, quanta ne potrebbe spiegare un angelo, che caduto dai cieli avesse impreso a domare un fiero cavallo per ricreazione degli spettatori.
Hot. Basta, non dirne altro: cotesti elogi accendono la febbre nel mio sangue più che il sole di marzo. Vengano. Saranno vittime pomposamente adorne pel sagrifizio e le offriremo tutte fumanti alla Dea della guerra, il di cui occhio ardente scintilla fra le nubi delle battaglie. Marte vestito di ferro si assiderà sul suo altare, immerso nel sangue fino alle spalle. Sono irato che sì ricca conquista ne stia tanto presso, e non sia ancora in nostro potere. — Su, lasciatemi prendere il mio cavallo, che mi porterà come folgore contro il seno del principe di Galles. Un Enrico contro un altro Enrico, il suo corridore si congiungerà col mio per non più separarsi finchè l’uno dei due non cada morto. — Oh così fosse giunto Glendower.
Ver. Ho altre novelle ancora. Mi fu detto, traversando il Worcester, ch’ei non poteva radunare il suo esercito prima almeno che fossero trascorsi quindici giorni.
Doug. Ecco la più sinistra di tutte le novelle.